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Caccia aperta al Porcellum Frattini e Franceschini: "La legge va cambiata"

I partiti cominciano a muoversi per la riforma della legge elettorale. Frattini: "Sarebbe un errore tenerci il Porcellum. Rischieremmo il forcone degli elettori". Franceschini: "Non si può volere una legge elettorale che ci obbliga all'alleanza con Vendola e Di Pietro". Intanto Alfano apre alle primarie di coalizione e ribadisce che "non è detto che il vincitore del congresso del Pdl correrà da premier"

Caccia aperta al Porcellum Frattini e Franceschini:  "La legge va cambiata"

I partiti hanno iniziato le grandi manovre per la modifica della legge elettorale. Non si sa ancora se la Corte costituzionale darà il via libera al referendum che cancella l'attuale sistema, il Porcellum, ma non c'è tempo da perdere... C'è chi pensa già alle prossime alleanze, come Casini, che per il 2013 non disdegnerebbe un ampio schieramento composto dalle forze che attualmente sostengono il governo Monti, tagliando fuori Lega, Idv e Sel. Ma se non fosse possibile il leader dell’Udc è convinto che il suo partito, il Pdl e il Pd debbano comunque trovare il modo di collaborare. E un modo per farlo sarebbe mettersi d'accordo, già da subito, sulla legge elettorale. Un sistema che vada bene a tutti e tre e, quindi, scongiuri - superandolo - il referendum.

"Sarebbe un errore tenerci il Porcellum - dice Franco Frattini in un'intervista a Repubblica - anche se la Corte Costituzionale bocciasse il referendum. Rischieremmo il forcone degli elettori". Sul presunto dualismo in seno al Pdl tra Alfano e Formigoni, Frattini rassicura: "Saranno primarie vere. Alfano è il candidato naturale e avrà il mio sostegno". Invece su Tremonti, che ieri è andato in tv, dall'Annunziata, attaccando Monti ma criticando anche il precedente governo di cui faceva parte, Frattini è molto duro: "Alcune di queste riforme strutturali avremmo dovuto farle noi. Dove eravamo? Tremonti dov’era? Ci siamo inimicati tutti i sindacati, anche quelli a noi più vicini. Oggi l’armistizio ci consente di fare insieme coase importanti".

Frattini sottolinea che a volere le elezioni anticipate sono solo gli ex An, ma "non tutti, non Alemanno, ad esempio. È una questione di serietà. In questo governo ci abbiamo messo la faccia. Non possiamo adesso porre un termine. "Qui c’è da salvare l’Italia e da riformare, lo faremo tutti insieme approfittando dell’armistizio che abbiamo costruito".

Secondo l’esponente del Pdl "ci sono le condizioni" perché Pdl, Pd e Terzo polo lavorino insieme per una fase costituente: "I partiti hanno l’occasione - dice - per riconquistare i loro spazi: riformare la legge elettorale, approvare il ddl anticorruzione, dimezzare i parlamentari. Forse l’ultima possibilità di dimostrare di essere in grado di autoregolarsi". Tuttavia la possibilità di un patto costituente anche nella prossima legislatura, come ipotizzato da Casini, "mi pare difficile", osserva Frattini.

"Ma se supereremo il bipolarismo ringhioso, allora le riforme le realizzeremo davvero, pur restando ciascuno al proprio posto". importanti". 

Franceschini: no a Porcellum e Mattarellum

"Non si può volere una legge elettorale che ci obbliga all’alleanza con Vendola e Di Pietro, come lo sono il Porcellum ed il Mattarellum". Lo afferma il Presidente dei deputati Pd, Dario Franceschini, in un'intervista a La Stampa. Franceschini vuole "qualcosa che assomigli al proporzionale alla tedesca". Su Di Pietro il capogruppo aggiunge: "È chiaro che lui ha scavato un solco molto profondo, che sta accentuando ogni giorno con i suoi attacchi strumentali al Pd. Ma alla fine di questo anno e mezzo sarà tutto così modificato che non saranno queste le giornate determinanti per costruire le future alleanze. È difficile pensare che si chiuda questa fase come una parentesi e tutto torni come prima. L’unica cosa che so è che resteranno alternativi Pd e Pdl, il resto cambierà tutto".

Il nodo istituzionale

Ma prima di pensare alla nuova legge elettorale c'è chi propone di mettere mano alla riforme istituzionale. E' il parere di Osvaldo Napoli (Pdl): "Chiunque pensasse di metter mano alla legge elettorale senza aver prima sciolto il nodo istituzionale otterrebbe il solo risultato di rendere pericolante il governo Monti. L’Italia - spiega - ha bisogno di rinnovare in profondità e in misura radicale il proprio edificio istituzionale: in senso presidenzialista o in direzione del premierato poco importa. Conta invece che chi ha la guida del potere esecutivo sia in grado di esercitarla in modo incisivo come incisivi devono essere i controlli sul suo operato.

Tutto il resto ne discende".

 

 

 

 

 

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