La Cagnotto si tuffa subito nell’oro «E adesso mi diverto»

Tania Cagnotto è ancora medaglia d’oro, le altre devono iniziare a farci l’abitudine. In Europa il suo pedigrée è da 10 e lode, dieci come le medaglie conquistate nei tornei contintentali: con il primo posto di ieri dal trampolino di un metro, ora il bottino conta 6 medaglie d’oro, una d’argento e tre di bronzo. Neanche il papà Giorgio può contare su una bacheca così ricca di allori in ambito europeo.
Aveva detto di non essere al top della condizione perché quello sull’Isola Margherita sarebbe stato l’unico appuntamento di rilievo della stagione. Vista la prima uscita, c’è ampiamente spazio per sperare, pensare e credere in una riedizione della tripletta di 365 giorni fa. Una sequenza tambureggiante di tuffi al limite della perfezione, segnati da una partenza sprint con una media dell’8.5, un 7.5 nel doppio e mezzo avanti carpiato, poi due 8 consecutivi nel cuore della gara e la gemma finale (due 8.5 e un 9) nel salto mortale e mezzo con un avvitamento e mezzo eseguito con la sicurezza e la tranquillità della campionessa che vince perché sa di essere la più forte.
Una gara portata avanti sempre in testa e, soprattutto, con la testa. La svedese Anna Lindberg (seconda), al rientro dopo la maternità, e la russa Pozdnyakova (terza) le sono restate in scia punto su punto, il distacco dopo tre salti era soltanto di un paio di lunghezze, che sono diventate sette prima dell’ultimo tuffo. Ma in fondo non c’è mai stata partita, la Cagnotto ha condotto fin dal primo salto che, nonostante il coefficiente di difficoltà minore rispetto a quello della Lindberg, l’ha subito lanciata in testa: 61,2 a 58,5, un segnale chiaro di chi, nonostante la preparazione deficitaria rispetto agli Europei di Torino di un anno fa, vuole comunque provare a ripetere quella tripletta tutta d’oro. In chiave azzurra, peccato soltanto per Maria Marconi, quarta a 10 punti dal podio.
«Per me era importante cominciare bene con il primo tuffo per convincermi di essere partita bene», dirà Tania con la medaglia d’oro al collo. Il primo tuffo per rompere il ghiaccio in gara, la prima medaglia d’oro per rompere il ghiaccio in vista delle due gare dal trampolino tre metri (singolo e in sincro con Francesca Dallapè). «Ora posso concentrarmi con più tranquillità sulle due restanti gare, avevo proprio bisogno di questa medaglia: dai tre metri (la sua specialità preferita) voglio divertirmi. È la medaglia della maturità - continua la 25enne bolzanina -, perché quest’anno soprattutto nelle gare minori come i campionati italiani, mi agitavo troppo: gli europei erano un banco di prova importante perché credevo di essermi bloccata con la testa. Dopo Roma (Mondiali 2009, un argento e un bronzo, ndr) ho avuto un’attenzione a cui non ero abituata: ho dovuto imparare e ci dovrò convivere. Qui invece ho trovato subito gli stimoli giusti, ho sentito un’altra tensione, quella giusta. È un oro importante perché ho saputo resistere all’agitazione e all’ansia».
299.70 non è un punteggio ordinario, distante solamente un soffio rispetto alla soglia dei 300 punti che traccia il confine tra le atlete normali e le campionesse: è la seconda migliore prestazione di sempre della Cagnotto dal trampolino di un metro, segno che la maturazione della figlia d’arte sta raggiungendo l’apice. E così le Olimpiadi di Londra tra due anni, unica competizione dove Tania non è ancora salita sul podio, diventano giorno dopo giorno, medaglia dopo medaglia, il potenziale coronamento di un’impressionante carriera. Tania lo sa, ma preferisce schermirsi un poco: «La medaglia olimpica? Non è un obiettivo facile, però lavoro per quello.

Se arriverà sarò contentissima, altrimenti sarò comunque cosciente di avercela messa tutta e di aver fatto il massimo per provare a salire sul podio a cinque cerchi». Ora ci sono un paio di giorni per tirare il fiato: poi Tania tornerà a tuffarsi. Nell’oro...

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