Non sempre condivido tutto ciò che dice il cardinale Bagnasco. Lo dico con schiettezza e, quando ho la fortuna di parlargli, in colloqui che arricchiscono enormemente chi lo ascolta, lo dico con rispetto anche a lui.
Ma con altrettanta schiettezza dico anche che, a Genova, man mano che passa il tempo, non riesco a trovare nessuno che abbia la statura intellettuale e la profondità nellaffrontare il problemi del «nostro caro Angelo». Uno che, se non facesse già il cardinale, potrebbe fare tranquillamente il sindaco. E lo farebbe benissimo, certamente meglio di ogni primo cittadino attuale e futuro, almeno a guardare ai candidati e agli autocandidati sulla piazza.
Perché Bagnasco, come ho scritto in altre occasioni e come non mi stanco di ripetere ogni volta che «don Angelo» si occupa delle questioni della nostra città, riesce ad essere più profondo di tutti coloro che se ne occupano a livello politico e istituzionale, senza distinzione di schieramento. Bagnasco riesce a dire, dove altri si limitano solo a parlare.
Seguiteci in alcune parti delle sue omelie, dei suoi messaggi e dei suoi scritti degli ultimi tre giorni ed entrerete in un altro mondo, lontano anni luce dal chiacchiericcio quotidiano. (...)
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