Caltagirone si difende e il gip sta pensando se rimandarlo a casa

Era blindatissimo il tribunale di Imperia ieri mattina per gli interrogatori dell'imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone e dell'ex direttore della Porto di Imperia spa Carlo Conti, arrestati il 5 marzo per truffa ai danni dello Stato. Per la cronaca prima dei due principali indiziati della vicenda è stato sentito dal giudice il dirigente comunale Ilvo Calzia attualmente indagato e sospeso dal sindaco Strescino da ogni tipo di incarico pubblico. L'interrogatorio è durato circa 30 minuti e Conti ha risposto solo alle domande che riguardano i fatti avvenuti dopo le sue dimissioni da Presidente della Porto Imperia spa. Conti è stato sottoposto a misura cautelare perché secondo l’accusa avrebbe continuato a interagire con i soggetti coinvolti nell'inchiesta anche dopo le sue dimissioni dalla Porto Imperia spa. Proprio per questo motivo secondo l'accusa sussisterebbe il pericolo di inquinamento delle prove e reiterazione del reato. Concluso l’interrogatorio di Conti, è stata la volta di Caltagirone tenuto sotto torchio dal gip Ottavio Colamartino per oltre un'ora e mezza. Nerio Diodà, difensore del patron di Acquamare fuori dal tribunale ha detto sul suo assistito: «In sostanza ha ritenuto di confermare la legittimità dell'operatività del suo gruppo sul porto di Imperia. Alla fine abbiamo presentato con l'avvocato Alessandro Moroni un'istanza affinché venga cambiata la tipologia di detenzione e possa essere assegnato agli arresti domiciliari».

Al momento non si sa ancora se l'imprenditore sia stato arrestato per il pericolo di reiterazione del reato, fuga o pericolo di inquinamento delle prove. Gli altri due arrestati, entrambi ai domiciliari, sono: Delia Merlonghi, 67 anni, di Roma, legale rappresentante dell'Acquamare e l'avvocato Andrea Gotti Lega, membro del cda di Porto Imperia spa.

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