In campo anche la religione La «destra» spiega l’Inferno

L’iniziativa è di un’organizzazione cristiana. Almeno 40 milioni di cittadini influenzati dalle sette evangeliche

da Washington

Lasciate ogni speranza voi che entrate. Potrebbe essere il titolo del «programmino» in distribuzione su iniziativa di una organizzazione fondamentalista cristiana; dal momento che l’argomento è l’Inferno. L’americano medio, soprattutto se pio, non ha grande pratica di padre Dante e comunque è più abituato a «sentire» che a leggere. Sentire come ascoltare ma anche, in questo caso, come vivere. Perché il «dischetto» intende dare un’idea di come si «vive» all’Inferno, di ciò che aspetta un peccatore.
Che il «programmino» sia stato rilasciato a pochi giorni dalle elezioni pare sia una mera coincidenza, anche se i promotori fanno parte della «Destra cristiana» e dunque sono sostenitori di George Bush. È un esempio dell’influenza che le sette evangeliche hanno, o ritengono di avere, sulla vita americana al di là delle funzioni domenicali anche se al di qua di un aperto impegno partitico. Questa influenza riguarda almeno quaranta milioni di cittadini, che spiccano per il loro rigore anche in un Paese come l’America che ha probabilmente la più elevata frequenza alle funzioni religiose. E che hanno antiche tradizioni di fedeltà al Partito repubblicano, ravvivate negli ultimi anni da una strategia preferenziale di Bush e dei suoi strateghi. George Bush è un evangelico fervente e fu con entusiasmo che i «cristiani rinati» lo appoggiarono nelle due vittorie per la Casa Bianca. Fra i più attivi sono i «pentecostali», che appartengono a varie «denominazioni» e praticano i «doni dello Spirito santo» fra cui il «parlare in lingue», la capacità della profezia e la guarigione attraverso la preghiera.
I «rinati in Gesù» sono quasi un quarto degli americani (e dagli Usa si sono estesi all’America Latina, dove sfiorano la maggioranza assoluta in Brasile e la superano in Guatemala) e appoggiano compattamente Bush. Fra quanti vanno in chiesa «un paio di volte al mese» il candidato repubblicano la spuntò di appena un punto sul rivale democratico Kerry, ma fra chi frequenta una volta alla settimana il margine è stato del 17% e fra chi ci va più di una volta del 29%. I sondaggi segnalano però che questa maggioranza sia andata erodendo.
Fra i fedelissimi i repubblicani conserverebbero un vantaggio di 22 punti percentuali (56 contro 34), ma già fra i frequentatori settimanali il distacco sarebbe di un solo punto, 44 a 43. Alla radice ci sono, come per altri gruppi di elettori, i dubbi sulla guerra in Irak, contrastati però dalla fede di molti nel messaggio apocalittico e dalla convinzione di una ragguardevole minoranza che l’attuale crisi nel Medio Oriente sia l’anticipo della battaglia decisiva di Armageddon fra Cristo e l’Anticristo.
Agli occhi di questi elettori il Partito democratico è diventato a poco a poco «non votabile» per l’atteggiamento di molti suoi esponenti sui problemi morali, a cominciare dall’aborto per proseguire nel matrimonio fra omosessuali, nell’atteggiamento verso le droghe e, ultimamente, a proposito delle ricerche sulle cellule staminali, che Bush tenta di impedire richiamandosi alla dottrina cristiana del «diritto alla vita». Atteggiamento comune ai cattolici.

Ma anche su questi temi si è sviluppata negli ultimi mesi una «dissidenza» fra gli evangelici, guidata proprio da un ex senatore repubblicano, Danforth, che si è ritirato dalla politica ed è ora «ministro» presbiteriano e che ha fondato un movimento, cui avrebbero aderito migliaia di preti e pastori, il cui fine è controbattere la linea teologica, etica e politica della cosiddetta «destra cristiana».

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