Canale 5 resuscita «Italia’s Got Talent»

Contrordine ragazzi. Sembrava che Italia’s Got talent fosse in alto mare, anzi del tutto naufragato tra i sempre tanti impegni di Gerry Scotti, l’entusiasmo tiepido di Maria De Filippi (nella foto) e i nuovi incarichi di Rudy Zerbi. Invece, fermi tutti: la prossima settimana si comincia a registrare. Cast confermato in toto: i tre giudici di cui sopra e Geppy Cucciari e Simone Annicchiarico alla conduzione. Su Canale 5 da metà aprile.
La messa cantata di Baudo e Vespa Dalla prima alla seconda puntata Centocinquanta di Pippo Baudo e Bruno Vespa è passato dal 24 al 14 per cento di share. Era così difficile prevedere che, passato il 17 marzo, l’onda emotiva per l’Unità d’Italia sarebbe calata? E che se proprio si voleva serializzare la celebrazione, forse conveniva farlo prima della data stabilita e non dopo?
Retequattro anticipa la pay sui film di qualità? Il boom di Gran Torino, il film di e con Clint Eastwood, 11,77 per cento di share con quasi 3 milioni di telespettatori su Retequattro, è stato un successo che potrebbe avere delle conseguenze. Intanto, perché ha confermato che un buon passaggio sulla tv generalista rende davvero pop un film anche già pluripremiato. Poi perché ha consolidato l’identità di Retequattro, sempre più la casa del cinema di qualità in Mediaset (su canale 5 andranno i blockbuster). E se alla fine si decidesse di anticipare il passaggio delle pellicole d’autore sulla tv generalista rispetto a quello sulla pay on demand?
Gli avambracci (e la cravatta) di Piroso Niente di personale è un programma curioso, con un format agile e ospiti di spessore, Tarak Ben Ammar e Marco Travaglio nell’ultima puntata (2,17 per cento). Però ci si chiede: per quale ragione Antonello Piroso conduce le interviste in cravatta però con maniche di camicia arrotolate che lasciano scoperti gli avambracci, tatuati?
Il metodo De Mol Lunga intervista sul Corriere della Sera a John De Mol, l’inventore del Grande Fratello che ha aperto una nuova società con 22 autori. Ecco come lavorano: «Cerchiamo nuove idee. In una settimana ne sviluppiamo da 25 a 40. E ne buttiamo via il 99 per cento.

Procediamo solo con quelle che mi fanno pensare: ok, se questa cosa fosse in tv la vedrei». Speriamo che i nostri dirigenti non pensino di adottare questo stesso criterio, altrimenti chissà che televisione ci toccherebbe.

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