Linea durissima della Cassazione nei confronti dei proprietari di cani molesti. In quattro sono stati condannati a due mesi di carcere ciascuno, senza concessione delle attenuanti generiche e della condizionale - che non impediscono ai loro quattrozampe di abbaiare di notte svegliando il vicinato.
Bocciata la linea difensiva dei padroni dei dieci animali in questione che chiedevano agli inquirenti di indagare per capire quale cane abbaiava per primo spingendo gli altri ad emularlo. Innanzi alla Prima sezione penale della Cassazione, l’avvocato difensore dei quattro proprietari dei cani - denunciati per disturbo della quiete da numerosi abitanti di un quartiere di Nicosia (Caltanissetta) - ha chiesto l’assoluzione dei suoi clienti sostenendo che non era stato accertato «quale dei cani abbaiasse per primo facendo poi abbaiare tutti gli altri». I supremi giudici hanno ritenuto del tutto «irrilevante» questo tipo di approfondimento investigativo dal momento che poi, dopo il primo «acuto» lanciato dal cane più attivo, gli altri «abbaiavano tutti insieme» determinando una «forte intensità di rumore» e uno «strepito comune». Quanto al fatto che il Tribunale di Nicosia in primo grado, e la Corte nissena in secondo, avessero negato le attenuanti e la sospensione condizionale, la Cassazione spiega che giustamente tali benefici non sono stati concessi.
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