Giorn-di-bordo

Carla Demaria fa un passo di lato: Razeto al comando

di Antonio Risolo

Sotto l'albero di Natale metti un'insolita assemblea di fine anno. I soci di Ucina Confindustria Nautica si riuniranno a Roma mercoledì 19 per l'assemblea generale privata. Seguirà la tavola rotonda pubblica «Competere con il mondo - confrontarsi con l'Italia: l'industria nautica traccia la rotta». Dicevamo insolita perché, dopo il coup de théâtre dei francesi di Bénéteau - la revoca del mandato di presidente di Monte Carlo Yachts a Carla Demaria, presidente di Ucina - l'assemblea romana sarà condotta per la prima volta dal presidente vicario, Andrea Razeto (nella foto), nominato dalla stessa Carla Demaria. Si aprono quindi nuovi scenari, con relativa caccia al totopresidente (il mandato di Carla Demaria è in scadenza a maggio). Non mancano i candidati eccellenti: sul tavolo una rosa di almeno due-tre nomi al vaglio dei saggi. Nomi che, se svelati in questo momento, rischierebbero di bruciarsi.

Al di là del nodo-presidente, tuttavia, i soci troveranno sul tavolo una questione spinosa quanto delicata: i rapporti con l'altra associazione, Nautica Italiana, nata dallo scisma del marzo 2015. Confindustria, infatti, non nasconde più i continui mal di pancia causati dalla situazione in atto. Non sopporta, ad esempio, che il primo gruppo al mondo, Azimut-Benetti (con altri grandi marchi della nautica internazionale), sia fuori dalla Casa Madre di viale dell'Astronomia. Mal di pancia condivisi da Confindustria Piemonte e da Confitarma, la Confederazione degli armatori che si batte con forza per la «Confindustria del Mare», la cosa che piace tanto a Vincenzo Boccia.

Ecco, quindi, che Ucina è di fronte a un bivio: riprendere il dialogo, serio, con i Grandi o continuare per la propria strada, cacciandosi però, a nostro avviso, in un vicolo cieco. Carla Demaria ha sempre cullato l'idea di una riappacificazione con i nemici di Nautica Italiana entro la fine del suo mandato.

È troppo tardi? Come in tutte le famiglie che si rispettino, la lotta tra falchi e colombe è tradizione secolare... Vale anche per Ucina.

Chi prevarrà? Buon lavoro ai saggi! Un presidente se non proprio condiviso, ma almeno non sgradito ai grandi gruppi, potrebbe essere l'artefice della riunificazione: la Nautica ne ha un maledetto bisogno. E che abbia ben chiaro il concetto di libertà di stampa!

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