Caso Gucci, la Reggiani non vuole la semilibertà

Dopo aver scontato metà della pena per l'omicidio dell'ex marito Maurizio Gucci, ora Patrizia Reggiani non ha un lavoro e vuole restare in carcere  

Caso Gucci, la Reggiani 
non vuole la semilibertà

Milano - "Non ho mai lavorato nella mia vita". Così Patrizia Reggiani ha spiegato la sua decisione di rinunciare al regime di semilibertà. La donna è in carcere per scontare una condanna a 26 anni per l’omicidio premeditato aggravato dell’ex marito Maurizio Gucci, ucciso nel marzo del 1995.

La Reggiani pur avendo maturato il diritto a questa misura di semilibertà, non l'ha mai richiesta. Sono finite così nel nulla due proposte di lavoro arrivate alla donna: una all’interno di una palestra ed una in un ristorante. Patrizia Reggiani resta dunque, indifferente all’opportunità che potrebbe richiedere utilizzando i benefici di legge. La semilibertà può essere richiesta dopo aver scontato metà della pena e a condizione che il detenuto trovi un'occupazione, considerata fondamentale il reinserimento nella società.

Ma a quanto pare la Reggiani vuole restare per il momento nella sua cella di San Vittore. Dentro il carcere sembra aver trovato un suo equilibrio.

Con lei nella cella ci sono le sue piante ed un furetto, che le è stato consentito di tenere dopo che un primo identico animale, di nome Bambi, era stato impiccato dalle altre detenute alle sbarre della sua cella. Alla donna sembra bastare il permesso nel fine settimana che le permette di trascorrere 12 ore con la madre. 

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