Caso Ruby La Procura di Roma indaga sui presunti emissari all’anagrafe

Roma La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla vicenda dei presunti emissari che si sarebbero recati in Marocco per tentare di corrompere una dipendente dell’anagrafe con lo scopo di retrodatare l’atto di nascita della ragazza. Il reato ipotizzato dai pm è quello di tentata corruzione, finora contro ignoti, e prende le mosse dalla denuncia presentata dal legale del premier Niccolò Ghedini, dopo la pubblicazione di notizie sul «Fatto Quotidiano». Il giornale diretto da Padellaro ha sostenuto che due emissari, italiani e provenienti forse da Milano, avrebbero tentato di corrompere una dipendente pubblica dell’anagrafe marocchina facendo così risultare l’ex cubista già maggiorenne all’epoca delle feste ad Arcore, per aggirare l’accusa della Procura di Milano di «prostituzione minorile» a carico del Cavaliere. Ghedini però aveva subito presentato una denuncia contro ignoti sulla vicenda della presunta corruzione, con le ipotesi di reato di tentata corruzione e tentata frode processuale.

L’atto è stato presentato nella Capitale in quanto si ritiene che sia proprio la Procura di Roma competente. Da sottolineare, comunque, che Ruby ha più volte in passato bluffato sulla propria età dichiarandosi maggiorenne.

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