Roma - Problemi con i colleghi di lavoro? L'azienda può trasferirti. Lo ha
affermato la Cassazione con la sentenza 22059. È il caso di un elettricista di Venezia che era stato
obbligato, in un primo momento a tre giorni di ferie e poi era stato
trasferito, contro la sua volontà, ad un altro cantiere nel quale, però,
non si era mai presentato. Per questo, fra l’altro, gli era stata
sospeso lo stipendio.
Elettricista fa causa contro trasferimento e perde Motivo?
Non andava assolutamente d’accordo con i colleghi tanto che in
più di una occasione pare avesse detto di non voler più lavorare in
quel posto. L’uomo ha fatto causa all’impresa per far annullare i
provvedimenti da questa presi nei suoi confronti ma il Tribunale di
Venezia, a luglio del 2001, gli aveva dato torto.
Stessa sorte in secondo grado. Ad agosto del 2005, la Corte
d’appello aveva confermato la decisione del Tribunale sostenenedo
che rientrava nel potere dell’azienda quello di trasferire l’uomo per
ripristinare un ambiente di lavoro sereno. Così il lavoratore ha fatto
ricorso in Cassazione ma ha perso di nuovo.
Trasferimento o ferie obbligate Sposando la decisione dei magistrati di merito, la sezione lavoro
ha messo nero su bianco che "non si evidenziano vizi logici o errori
giuridici nella valutazione operata dalla Corte d’appello in ordine al
legittimo esercizio dello ius variandi, con lo spostamento del
lavoratore ad altro cantiere ma con mantenimento di mansioni
proprie della qualifica rivestita, spostamento giustificato dalla
necessità di rasserenare i rapporti tra l’elettricista e i suoi colleghi di
lavoro".
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