Cessate il fuoco Nella Striscia Israele tratta una tregua

Segnali contraddittori da Hamas mentre sale la tensione attorno alla Striscia di Gaza. Il movimento islamico ha annunciato un cessate il fuoco di 24 ore, ma ha anche minacciato di riprendere gli attacchi suicidi nel territorio di Israele, qualora lanciasse un’offensiva militare. Un tentativo di dissuadere lo Stato ebraico da un intervento su larga scala dopo che la fine della tregua, venerdì scorso, è stata segnata da un’intensificazione del lancio di razzi Qassam. Il cessate il fuoco è stato proclamato da Hamas su pressione dell’Egitto, la cui mediazione era stata determinante per la precedente tregua di sei mesi. Al cessate il fuoco, che secondo il movimento islamico è in vigore già da domenica sera, hanno aderito anche altre fazioni armate, in cambio della fornitura di aiuti umanitari da parte dell’Egitto. Un portavoce di Hamas non ha escluso la possibilità di accettare di nuovo una più duratura sospensione delle ostilità: qualora fosse avanzata «un’offerta del genere che ottemperasse alle nostre richieste», ha spiegato, il movimento di resistenza islamico «sarebbe disposto a esaminarla». «Come popolo sotto occupazione, è nostro diritto difenderci dall’invasione con tutti i mezzi possibili, compresi gli attentati suicidi», ha però avvertito un portavoce del movimento islamico. Israele ha notificato al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, che risponderà al lancio di razzi dalla Striscia di Gaza dopo che è scaduto il cessate il fuoco con Hamas.

Domenica i due principali candidati all’incarico di premier d’Israele nelle elezioni anticipate del 10 febbraio, la centrista Livni e il conservatore Netanyahu, avevano avvertito che, in caso di vittoria, ricorrerebbero a ogni mezzo per battere Hamas e porre così fine al suo «regime» a Gaza.

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