Che orgoglio scrivere su queste pagine Le prime che leggo, le ultime che dimentico

Caro dottor Lussana, rispondo subito al suo appello odierno per ricordare i 35 anni dell’edizione genovese del Giornale, ricordando che poco più di cinque anni fa le scrivevo in merito ai contenuti dell’edizione genovese, lamentandomi degli argomenti frivoli che occupavano le sue pagine e della scarsa presenza di notizie relative alla vita culturale della città: «occorre che vi diate da fare per completare maggiormente la cronaca cittadina – scrivevo – Non tanto le rapine, i pettegolezzi, gli incidenti stradali; a quelli ci pensa già il “primo” quotidiano genovese... Mi riferisco alla vita culturale genovese della quale non vi è traccia nelle vostre pagine. Giornalmente a Genova e nella Provincia, si tengono conferenze, si inaugurano mostre, si pubblicano libri, si tengono sagre e feste religiose; tutto ciò è da voi tranquillamente ignorato, come se anche nelle pagine genovesi vi rivolgeste ai lettori di Cinisello Balsamo o di Concorezzo. In compenso utilizzate le pagine genovesi per parlarci di Serena del Grande Fratello, o delle dive che frequentano l’Outlet di Serravalle come sul numero di oggi».
Era uno sfogo, ma lei mi rispose pubblicando la lettera e telefonandomi. «Ma la vita è anche leggera» titolava così la sua risposta, giustificando con puntuali argomenti la linea del Giornale, «perché è la vita ad essere alta e bassa e nasconderne un aspetto sarebbe sbagliato», e soprattutto mi scrisse che «Lettori partecipi come lei sono la nostra forza». Poi, nella sua telefonata mi invitò a collaborare al Giornale ed io non me lo feci ripetere due volte, iniziando così quella mia modesta collaborazione che dura da allora e che, con grande soddisfazione, mi ha anche consentito di iscrivermi all’Albo Pubblicisti. Ogni volta che vedo un mio articolo pubblicato sulle pagine genovesi del Giornale, sento sempre più l’orgoglio di appartenere, pur nella modestia delle mie capacità, a questa splendida famiglia, che sa accomunare lettori e redattori in un unico sforzo che favorisce il dialogo tra le persone e da questo la loro crescita e la crescita della nostra città.

E debbo dire che forse i miei suggerimenti sono stati ascoltati: lo spazio che è dedicato alla cultura, alla nostra storia, al nostro essere genovesi cresce sempre al punto che ormai le pagine genovesi del Giornale sono le prime che leggo e le ultime che dimentico.
Grazie di cuore.

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