da Mosca
La mente e la mano della morte di Anna Politkovskaia, la giornalista uccisa a Mosca il 7 ottobre scorso, sono ancora in libertà. Lo ha dichiarato il figlio della Politkovskaja, Ilia, in unintervista al tabloid russo Komsomolskaia Pravda. «Conosco il mandante, è un uomo politico noto ancora in libertà. Conosco anche il nome del killer, pure lui libero», ha affermato Ilia.
Il 27 agosto il procuratore generale Iuri Ciaika aveva dato lannuncio di dieci arresti nellambito dellinchiesta sullassassinio della giornalista, adombrando che lo scopo del delitto fosse di «destabilizzare la situazione del Paese». Unallusione, questa, alloligarca dissidente in esilio a Londra, Berezovsky. Tra gli arrestati cerano dei funzionari di polizia, del ministero degli Interni e dellFsb (i servizi di sicurezza). Secondo il figlio della Politkovskaia, queste persone «hanno a che vedere con lomicidio di mia madre», ma si è detto stupito che i nomi siano stati resi noti: la fuga di notizie potrebbe danneggiare linchiesta e, per alcuni osservatori, potrebbe essere il segno di una rivalità tra vecchi e nuovi organi investigativi.
Anna Politovskaia aveva concentrato la propria attività sulla denuncia delle atrocità commesse sia dalle forze russe che dai guerriglieri nella guerra in Cecenia. I giornalisti non sono però i soli nemici del Cremlino. Le autorità russe hanno infatti emesso ieri un mandato di cattura internazionale per Mikhail Gutseriev, ex presidente e proprietario del colosso petrolifero Russneft.
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