Chirurgia protesica salva tessuti

«Un tempo la chirurgia ortopedica era devastante, oggi è sempre più rispettosa dell’organismo. Meno traumi si provocano, meno danni si fanno ed il recupero del paziente è sempre più rapido. Anche la moderna chirurgia protesica punta al risparmio dei tessuti ed un paziente operato all’anca ed al ginocchio dopo pochi giorni torna a camminare ed entro poche settimane riprende la normale attività». Il professor Alfredo Savarese ha contribuito ai grandi cambiamenti che ha registrato l’ortopedia. É direttore della IV unità operativa di ortopedia dell’Istituto Clinico S.Rocco di Ome-Brescia (www.alfredosavarese.eu).
In quarant’anni di professione ha eseguito oltre 20mila interventi chirurgici. Con il suo team, effettua ogni anno circa 400 interventi protesici di anca, ginocchio e spalla. Nato nel 1948, bresciano di adozione, dopo la laurea a pieni voti si è specializzato in ortopedia ed a questa disciplina ha dedicato tutta la vita. É stato presidente della Società piemontese-ligure e lombarda di ortopedia e traumatologia, autore di oltre 80 pubblicazioni scientifiche. Come membro del Consiglio nazionale della Società italiana di Riprotesizzazione, si occupa della sostituzione delle protesi usurate con nuove protesi specifiche per le revisioni. La durata delle protesi attuali può raggiungere anche i 20 anni, ben superiore rispetto al passato quando si impiegavano biomateriali che si usuravano nel tempo. A lui chiediamo, quali sono le conseguenze del degrado delle cartilagini?
«L’artrosi è una malattia degenerativa delle articolazioni , in Italia colpisce oltre il 40% degli ultrasessantenni, porta alla distruzione progressiva delle cartilagini articolari e si manifesta,sul piano clinico,con dolori,rigidità,versamenti articolari e gravi alterazioni funzionali. L’artrite reumatoide è invece una malattia infiammatoria cronica, che provoca effetti ancora più distruttivi dell’artrosi sulle articolazioni, con deformità e disturbi funzionali severi. Le sedi più colpite sono le cosiddette grandi articolazioni: anca,ginocchio e spalla. La chirurgia sostitutiva delle articolazioni danneggiate è iniziata in maniera razionale nei primi anni Sessanta grazie all’impulso del professor John Charnley, un grande maestro. L’introduzione nell’uso clinico di biomateriali ha favorito una rapida e solida osteogenesi periprotesica,vale a dire un perfetto ancoraggio biologico della protesi nell’osso ospite. Questi materiali sono il titanio,il titanio trabecolare ed il tantalio». Come sono cambiate le protesi?
«Gli steli, soprattutto per l’anca, si d’anca, si sono ridotti di dimensioni. Realizzano un ancoraggio biologico risparmiando il collo femorale ed evitando anche i rari dolori postoperatori alla coscia».
Il professor Savarese impiega da oltre 10 anni una protesi d’anca in Tilastan(Titanio a bassissimo contenuto di Nikel),fortemente innovativa e di concezione mini invasiva. É prodotta in Germania su design italiano. Il suo nome è CFP(Collus Femoris Preserving),ed è una delle protesi più impiantate in Europa. In Italia,il professor Alfredo Savarese è stato tra i fondatori della Tissue Sparing Surgery,cioè chirurgia a conservazione tessutale (TSS)), il cui obbiettivo consiste nel rispettare e conservare, durante l’’intervento protesico, sia i tessuti molli dell’anca (la cute,con incisioni più piccole e quindi con cicatrici più estetiche; i muscoli ed i tendini),sia il tessuto osseo. Lo scopo della TSS è un rapido recupero della deambulazione,una ridotta ospedalizzazione con diminuiti costi sanitari ed un più precoce ritorno al lavoro ed anche allo sport. Risparmiando il tessuto osseo femorale - precisa il professor Savarese - si semplifica anche un eventuale reintervento di revisione protesica futura».
Il team del professor Savarese esegue un numero importante di revisioni di anca e di ginocchio, cioè di protesi che, con il passare degli anni, si sono usurate o scollate dall’osso.

e L’intervento di riprotesizzazione del ginocchio o dell’anca presuppone infatti un’adeguata preparazione e studio del paziente,una perfetta organizzazione dell’ambiente clinico,la disponibilità sia di differenti opzioni protesiche che di innesti ossei prelevati da donatori e provenienti dalla Banca dell’osso, un organismo creato in modo lungimirante dalla Regione Lombardia.

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