Cicchitto: «No al sindaco “rieccolo”»

Il centrodestra sta ancora studiando il suo candidato. Ma dall’altra parte, Francesco Rutelli sembra sempre di più il candidato ufficiale del centrosinistra per la sfida in Campidoglio. Fabrizio Cicchitto che ne pensa di questa scelta?
«La trovo davvero una cosa incredibile».
In che senso?
«Nel senso che trovo assurdo che uno ritorni a svolgere una funzione che ha già svolto in passato. Tra l’altro uno tra quelli abituati a fare tante polemiche sulla necessità del cambiamento nella classe politica. È davvero una cosa singolare. Ricordo che molti anni fa di fronte ad un governo che aveva come presidente Fanfani ci fu un quotidiano che pubblicò una vignetta dal titolo: Rieccolo. Ecco, questa stessa vignetta potrebbe essere dedicata a Rutelli. Non oso pensare cosa sarebbe successo a parti invertite, le polemiche che ci sarebbero piombate addosso sulla necessaria ripetitività in politica. In assenza di organigrammi nazionali allora Rutelli se ne ritaglia uno tornando sui suoi passi. Altro che minestra riscaldata...».
Come dovrebbe essere secondo lei il nuovo sindaco?
«Sicuramente una persona che si occupa molto di più degli aspetti concreti della città, dei tanti nodi irrisolti lasciati da un genio mediatico e mimetico quale è stato Veltroni. Lui è stato capace solo di imbroccare grosse iniziative con ricadute sui mezzi di comunicazione di massa, fregandosene completamente degli aspetti che invece riguardano le questioni importanti».
Sta dicendo che Veltroni non ha pensato ai reali problemi della città?
«Dico che paradossalmente abbiamo avuto, da parte del sindaco, una gestione della città aristocratica-populista. Aristocratica perché rivolta prevalentemente a ceti quali quello dell’editoria, della cinematografia, del teatro eccetera. Populista perché volta a coinvolgere la gente sul terreno di grandi iniziative. Tutto questo lasciando un gap di iniziative concrete che certamente riguardano la grande massa dei cittadini».
Quali sono quindi le emergenze da cui il nuovo leader del Campidoglio dovrà partire?
«Tutte quelle che riguardano la concretezza della vita dei cittadini. Ricordo molto bene quando Berlusconi, parlando di Roma, disse che in città c’erano molte favelas, scatenando una sorta di scandalo linguistico. Quando invece è una situazione evidente agli occhi di tutti ed esiste, a cura della prefettura, una mappa sempre più crescente di favelas in giro per Roma».
Le piacerebbe se il primo cittadino fosse una donna?
«Perché no, non ci sono preconcetti di alcun tipo. Abbiamo avuto delle donne con ottime capacità gestionali, penso per esempio ad Adriana Poli Bortone. Non è un problema di genere ma solo di qualità della persona».
E della possibile candidatura di Franco Frattini, che pensa?
«Preferisco non commentare. È ancora tutto da decidere».


E con l’Udc, come la mettiamo? Loro si dicono pronti a correre da soli anche per il Campidoglio...
«Siamo ancora in una fase contrattuale. Non si possono fare ragionamenti affrettati. Io mi auguro si arrivi ad un’intesa finale».

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