Clandestino salva un uomo e scappa

Ha salvato dalla morte un vicino di casa che si era impiccato in un ponteggio fuori dalla finestra di un condominio dell’Aler in via Inama (zona Città Studi) e poi si è dileguato dopo aver avvisato i soccorsi, perché con il permesso di soggiorno non in regola e un decreto di espulsione a carico.
Protagonista della vicenda, avvenuta la sera del 12 agosto - e di cui ha scritto ieri il quotidiano «Avvenire» - è Mohammed Haida, un marocchino di 22 anni, in Italia da quando ne aveva 15, con il permesso di soggiorno scaduto da più di un anno.
«Sono rientrato in casa - ha raccontato il giovane - e l’ho visto appeso a un ponteggio, allora mi sono arrampicato e l’ho tenuto sollevato mentre un altro vicino tagliava la corda».
L’uomo, Cesare P., 50 anni circa, è stato poi ricoverato al Niguarda e sarebbe ora fuori pericolo. Della vicenda, confermata dalla testimonianza di diversi vicini di casa, si è interessata anche l’associazione Sos racket e usura, che oggi ha scritto un appello al prefetto Gian Valerio Lombardi e al questore di Milano Vincenzo Indolfi perché concedano il rinnovo del permesso di soggiorno al ragazzo.
Il marocchino, che fa l’elettricista, secondo Roberto Falessi, il legale che sta assistendo il giovane e che collabora con l’associazione Sos racket e usura, avrebbe anche la promessa di assunzione da parte di un’impresa edile se si risolverà la sua situazione legale.
Al marocchino, dice Falessi, non è stato rinnovato il permesso di soggiorno nel gennaio del 2008, dopo che tre anni fa aveva rubato una macchina.


«Una sciocchezza - sostiene l’avvocato - commessa per leggerezza ma pagata fin troppo cara: aveva preso un’auto parcheggiata per rientrare a casa una sera tardi, quando la metro era già chiusa, ma aveva anche risarcito il danno al proprietario, tanto che è stato riabilitato dal Tribunale di sorveglianza rispetto al reato di furto».

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