Comincia male il semestre ungherese alla guida Ue

Budapest Il semestre ungherese alla guida dell’Unione Europea comincia con un grosso problema, più altri minori. La cosiddetta “legge bavaglio alla stampa”, in vigore da ieri, suscita proteste nell’opposizione al governo di centrodestra di Budapest, che grazie all’amplissima maggioranza conquistata con le elezioni dell’anno scorso può praticamente fare in Parlamento ciò che vuole. Bruxelles chiede però spiegazioni su una legge che impone limitazioni all’attività giornalistica: La nuova legge sui media prevede di fatto un controllo di tutti gli organi di informazione sottoposti alla vigilanza di un organo centrale guidato da un presidente con mandato di nove anni (Annamaria Szalai, fedelissima di Orban). L’ente ha il compito di distribuire le frequenze, controllare i contenuti e la loro conformità alla legge, e punire i trasgressori, per i quali sono previste multe salatissime di fino a 750.000 euro. Preoccupano anche le misure fiscali che impongono tasse speciali alle aziende straniere, che hanno indotto 15 aziende europee a protestare a Bruxelles invocando contromisure.

Altra iniziativa criticata è la legge sulla doppia cittadinanza agli ungheresi oltrefrontiera, pure in vigore dal 1° gennaio. Tutti gli ungheresi all’estero, senza necessità di residenza in patria, possono farne richiesta. Il che crea seri problemi con Paesi Ue come la Slovacchia e la Romania.

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