Confindustria «La crisi non è alle spalle, ma la ripresa si va consolidando»

«Il Pil relativo al 2010 potrebbe confermarsi più sostenuto delle previsioni, la ripresa c’è e si sta consolidando. Resta debole il mercato del lavoro che penalizza la fiducia e la spesa delle famiglie. Alto è anche l’allarme occupazione».
Questo il quadro fornito dal Centro studi di Confindustria illustrando i dati di «Congiuntura flash». Secondo i vertici di Viale dell’Astronomia aumenta, quindi, il numero di chi è alla ricerca di occupazione da oltre un anno. E questo «accresce il rischio che la disoccupazione ciclica diventi strutturale, mentre il deterioramento delle opportunità di lavoro per i giovani diventa particolarmente marcato».
L’allarme occupazione, quindi, in primo piano. L’altro lato della medaglia, però, indica un consolidamento della ripresa. Gli indicatori della produzione industriale, infatti, nel primo trimestre 2010 danno una crescita dell’1,7%, contro l’1% di fine 2009.
E veniamo al Pil. Dice Confindustria: «Tenuto conto del probabile rialzo delle stime dell’ultimo trimestre 2009, risulterà nel 2010 più sostenuto dell’atteso anche se l’economia italiana dà segnali ancora contraddittori». E spiega perché: da un lato c’è il calo di fatturato e ordini, dall’altro il risveglio della domanda estera si fa consistente e l’export (dati dei giorni scorsi, ndr) è decisamente più vivace. Vale la pena di ricordare, infatti, che nel mese di marzo l’export ha messo a segno un convincente +12,5%, mentre si è svegliato anche il mercato degli Usa con un +8,6%.
Dall’analisi articolata dei dati, viene fuori che l’Italia segna il passo nel confronto internazionale. A gennaio, scrive il Centro studi Confindustria, il recupero di produzione dal minimo era del 6,8%, poco sotto quello delle economie avanzate (+7,2%) che, però, sono meno lontane dal massimo pre-crisi (-12,9%), mentre l’Italia e ferma a -22,1%. I Paesi emergenti sono sopra del 16,6% dai minimi.
Il Centro studi insiste sull’occupazione dove si addensano le ombre più minacciose: tra dicembre 2008 e febbraio 2010, fa notare Confindustria, il numero di occupati in Italia è calato di 406mila unità (-1,7%). Ma avendo la crisi colpito soprattutto i settori dell’industria, ecco che le perdite occupazionali sono state più accentuate tra gli uomini (-2,2%). E cresce anche il numero degli «inattivi» che sfiora il +3%.

I disoccupati che cercano lavoro da almeno 12 mesi sono saliti al 46,1% (i dati si riferiscono al quarto trimestre 2009) dal 43,8% dell’anno precedente. In crescita, infine, anche la cassa integrazione, ma, secondo Confindustria, «in questa fase non è un indicatore di congiuntura, perché è guidata dai bassi livelli di attività».

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