Il consiglio regionale impermeabile al secondo assalto per l’acqua minerale

La Liguria da bere s’attacca al rubinetto. Il presidente del consiglio regionale, Mino Ronzitti, è inflessibile, crisi o non crisi. A sollevare il caso, un’interrogazione del consigliere di Forza Italia Gino Garibaldi sulle trattative in corso con l’azienda che a Né, nell’entroterra chiavarese, imbottiglia l’acqua Santa Rita. È tornata d’attualità la proposta di mettere sui banchi del consiglio le bottigliette di minerale «made in Liguria», ma l’argomento era stato già dibattuto. E si era deciso che la Regione avrebbe dovuto risparmiare, ricorrendo all’acqua del rubinetto. E Ronzitti ha ribadito ieri che la sala dell’assemblea legislativa non è la location per spot pubblicitari a una marca piuttosto che a un’altra.
Farmaci scaduti
Parola d’ordine: risparmio. Ed ecco così che è arrivato un ordine del giorno bipartisan che rilancia la necessità di non sprecare i farmaci non utilizzati dai malati terminali e non ancora scaduti. Un comportamento virtuoso che pure era costato al professor Franco Henriquet dell’associazione Gigi Ghirotti, un’accusa per spaccio di stupefacenti da parte della procura della Repubblica di Genova. Un’inchiesta poi spazzata via dallo stesso procuratore capo Francesco Lalla e dal successivo giudizio in tribunale. Nell’ordine del giorno della Regione però si va oltre. Lo scorso anno, l’associazione Gigi Ghirotti in soli 10 mesi ha realizzato un «risparmio» di circa 68mila euro. Ora la Regione stabilisce che quei soldi risparmiati vengano destinati per finanziare le Onlus che apllicato la legge sul recupero dei farmaci e in particolare a quelle «impegnate nell’assistenza ai malati di sclerosi laterale amiotrofica». Di fatto, la stessa Gigi Ghirotti.
Il caso Rosso
Tanti punti all’ordine del giorno e altrettante interrogazioni alla giunta, ieri in Regione, ma il vero momento di tensione si è avuto solo con l’arrivo di Claudio Burlando. Che subito scatena la rissa in aula. Con il consiglio ormai vicino alla conclusione, il presidente della giunta è entrato giusto in tempo per rispondere a un’interrogazione a risposta scritta di Gianni Plinio, che chiedeva chiarimenti sulla nomina del direttore scientifico dell’Ist. Anziché scegliere la risposta scritta, il presidente ha però replicato davanti a tutti, addirittura facendo notare a Plinio che certo lui «avrebbe preferito una risposta più riservata». La frecciatina era appunto riferita all’argomento. Perché il direttore scientifico in questione è il professor Riccardo Rosso, padre del consigliere regionale di Forza Italia, Matteo Rosso. L’interrogazione chiedeva di sapere se era vero che c’erano stati interventi di pressione della Regione sul governo. Burlando ha negato di aver mai parlato con il ministro del professor Rosso (magari per contrastarlo), ma soprattutto ha accusato il consigliere Rosso, il figlio del professore, di avere chiesto un interessamento in favore del padre al ministro Scajola. In aula è esplosa la rissa verbale. Offeso ma tranquillo Matteo Rosso, che ha chiesto di poter parlare per fatto personale. Solo per rispedire le insinuazioni a Burlando, che aveva «citato» un articolo di Repubblica a proposito delle richieste di raccomandazione. «Come era scritto nell’articolo che lei dice di citare - ha replicato Rosso - io ho solo chiesto al ministro di verificare se davvero nei confronti del professor Rosso c’erano delle negatività espresse dalla Regione. E quali fossero le cause.

Se erano motivi professionali, di capacità scientifiche, non avrei avuto nulla da dire. Oppure se erano di carattere politico dovute alla mia ferma opposizione in Regione. In ogni caso il mio rigore morale e il mio atteggiamento intransigente non sarebbero venuti meno».

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