di Luigi Cucchi
D'estate, soprattutto a luglio e agosto, si verificano sempre gravi incidenti stradali. Un vero dramma. Le vittime in Europa sono quasi 350 al giorno, più di 127mila l'anno secondo l'Oms. Oltre 2,4 milioni di persone vengono poi ferite o rese disabili in incidenti stradali ogni anno. In Italia, le stime preliminari di Aci-Istat per il 2012 parlando di 184.500 incidenti. Il numero dei morti è stato di 3.650, i feriti 260.500. Rispetto al 2011 si registra una flessione degli incidenti con lesioni a persone (-10,3%) e dei morti (-5,4%), in calo anche i feriti (-10,8%). Ma tanti, troppi, i cerebrolesi. «Lesioni midollari e coma, sembrano quasi aumentare in rapporto alle capacità della medicina di mantenere in vita le situazioni più critiche», dice la dottoressa Caterina Pistarini, responsabile dell'Unità risveglio e Unità spinale dell'Irccs Fondazione Maugeri di Pavia. «I nostri ricoveri - precisa la ricercatrice - mostrano come la percentuale delle lesioni traumatiche cerebrali sia ancora del 40% sul totale, mentre le lesioni traumatiche midollari sono il 45,15%. Delle lesioni traumatiche sono riferibili a incidenti della strada circa l'80%, le vittime sono soprattutto giovani intorno ai 20-25 anni con prevalenza del sesso maschile e guidatori di ciclomotori o moto, circa il 70% dei casi. Tra le gravi conseguenze: problemi motori ma anche cognitivi, comportamentali, relazionali che rendono drammatiche le condizioni di disabilità».
Nell'Ue si è registrata lo scorso anno una diminuzione delle vittime del 9%. Dato positivo che incoraggia le iniziative di prevenzione. Le responsabilità del guidatore, i comportamenti errati come il mancato rispetto della precedenza, la guida distratta e l'alta velocità sono le principali cause degli incidenti. A rischio gli adolescenti, che cominciano a guidare: senza la necessaria esperienza non s'acquisisce un'autonoma gestione della mobilità, non si diventa responsabili della propria e altrui sicurezza. Troppi i feriti gravi che necessitano di lunghi e intensi percorsi di riabilitazione. È quindi fondamentale lavorare, soprattutto dal punto di vista educativo, con gli studenti, iniziando dai primi anni di scolarizzazione e adattando le iniziative in base all'età.
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