Contro il partito preso dell’ateologia

Negare una negazione significa affermare qualche cosa. Ha dunque avuto buon gioco, Matthieu Baumier, nello scrivere il suo Antitrattato di ateologia (Lindau, pagg. 232, euro 18). Che è una risposta al Trattato di ateologia di Michel Onfray. Se quest’ultimo affermava l’urgenza di un nuovo ateismo argomentato, solido e militante per contrastare la rinascita di Dio, Baumier si muove in direzione esattamente opposta, cercando nel mondo di oggi la persistenza di quei cardini che reggono il cristianesimo. E, nel farlo, si pone il problema del rapporto fra chi scrive e chi legge, fra chi si fa portatore di un discorso e chi ne è il destinatario. «Il problema - scrive - riguarda il dovere e la responsabilità dell’intellettuale di vegliare sull’etica di ciò che dà da leggere alla società. Siamo forse approdati al tempo in cui la storia viene scritta dalla propaganda».

Nella disputa con Onfray (il primo capitolo del libro è intitolato appunto «Apertura della disputa»), Baumier tocca vari temi: dalle donne alla Genesi, dalla morte alla scienza, da Cristo a Paolo, dai massacri al nazismo.

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