Contro la riforma delle Tv un referendum abrogativo

Pur di creare problemi ed arrecare danni non solo all’immagine, ma anche alle attività imprenditoriali promosse e sviluppate dall’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, attività che non hanno mai chiesto interventi dello Stato o fatto ricorso alla cassa integrazione, quel teatrino di marionette che pretende di insegnare ciò che dovrebbe imparare ha predisposto un disegno di legge che sconvolge il settore delle trasmissioni televisive. È un altro dei tanti segnali della volontà di limitare e ridurre progressivamente tutte le garanzie costituzionali che hanno finora assicurato la fondamentale libertà dei cittadini in qualsiasi tipo di attività che non sia in contrasto con le leggi dello Stato.

Peraltro, nell’ipotesi che il branco riesca a prevalere sul buon senso e a cancellare diritti acquisiti e consolidati, sarebbe utile iniziare fin da ora a organizzare psicologicamente e strutturalmente il «referendum abrogativo» dal cui esito potrebbe dipendere ciò che ci auguriamo e speriamo, in numero sempre crescente, la caduta del governicchio Prodi.

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