Controlli sugli italiani rientrati: nessuno è radioattivo

Di nuovo in Italia. Tirando un gran sospiro di sollievo. Nessun nostro connazionale, rientrato dal Giappone dopo l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima, è risultato contaminato da radiazioni. Solo su 14 persone sono state rilevate lievi tracce iodio, ma assolutamente innocue per la salute. In Giappone però l’allarme nucleare resta alto e così gli ospedali italiani, per fare fronte ad ogni possibile evenienza, stanno mettendo a punto procedure interne per gli esami da effettuare sulle persone che si ritengono a rischio. Il ministero della Salute ha già reso note sul proprio sito le strutture sanitarie di riferimento individuate dalle Regioni per i controlli sanitari degli italiani rientrati dal Giappone, e già alcune decine di italiani si sono presentati per gli esami di accertamento. Tra questi, una cinquantina dei componenti del Maggio musicale fiorentino: atterrati la notte scorsa a Pisa, si sono recati subito al Teatro Comunale di Firenze per sottoporsi ai test per verificare se c’è stata contaminazione da radiazioni nucleari. Ieri sera, inoltre, altri musicisti e membri dello staff del Maggio (44 persone) sono rientrati in Italia con voli di linea atterrati a Roma e Milano. Al Teatro Comunale di Firenze è stato allestito un presidio sanitario e i controlli vengono eseguiti da medici dell’ufficio di medicina preventiva della Asl 10. Anche al Policlinico Gemelli di Roma si sono presentate ieri tre donne rientrate dal Giappone: hanno soggiornato in una zona a 300 km da Fukishima. Sottoposte agli esami radiometrici, non sono risultate contaminate dalle radiazioni. Quanto ai controlli, non è definito un protocollo unitario, ma si fa ricorso ad esami specifici per rilevare la contaminazione da radiazioni, come ad esempio la spettrometria (per rilevare tipo e percentuale di radiazioni «assorbite») ed esami di tipo radiometrico (per la misurazione della eventuale radioattività sul corpo). L’Azienda ospedaliera Careggi di Firenze, ad esempio, si dice pronta a ricevere dalle 30 alle 40 persone al giorno ed ha attivato un percorso diagnostico-assistenziale specifico che inizia dal pronto soccorso, dove le persone di rientro dal Giappone che ritengono di essere a rischio contaminazione possono presentarsi per essere valutate da personale con competenze specifiche. I controlli al Careggi si svolgono quindi in due fasi: i soggetti interessati sono sottoposti ad un primo esame radiometrico a scopo precauzionale e successivamente ad un esame delle urine per valutare l’eventuale rischio per l’organismo. Previsto anche il supporto di un team di psicologi. Anche l’ospedale Molinette di Torino, dove sono state esaminate cinque persone trovate tutte in buone condizioni, si sta mettendo a punto una procedura per i controlli, che vengono effettuati nel reparto di Fisica Sanitaria.

In caso di test positivi al contagio, si procederà a secondo del tipo di contaminazione ad una osservazione e ad una terapia, come quella delle pillole di iodio per saturare la tiroide ed impedire che le radiazioni si accumulino causando danni successivi.

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