A Milano il tempo è denaro, si sa. E due ore possono fare una grande differenza, soprattutto in tempi di crisi: in questo caso valgono l8% in meno degli incassi. Alla vigilia dellentrata in vigore delle ordinanze firmate dal sindaco il 18 marzo per «contrastare il degrado urbano e la sicurezza» di via Padova, dopo gli scontri del 13 febbraio, scoppia la polemica tra rappresentanti dellEpam, lassociazione dei pubblici esercizi e il Comune. Alfredo Zini, vicepresidente di Epam, conta già i danni della chiusura anticipata dalle 2 a mezzanotte, e lancia il suo jaccuse: «Il Comune ha deciso di colpire chi tiene le insegne accese e chi ha un ruolo nel quartiere. Noi paghiamo le tasse tutto lanno poi arrivano queste limitazioni che ci costano dal 6 all8% di mancati guadagni». Immediata la replica del vicesindaco e assessore alla Sicurezza De Corato: «Io difendo gli interessi dei cittadini, che ci hanno chiesto con forza di intervenire per sanare una situazione di degrado insostenibile. Non solo, il sindaco ha messo a punto le ordinanze in collaborazione con le forze dellordine».
Due i punti su cui insiste Epam: il ruolo di presidio sociale e di sicurezza rappresentato da negozi aperti in uno dei quartieri più difficili della città, evitando che la strada sia deserta di notte, e lequiparazione «ingiustificata» tra ristoranti e phone center e venditori di kebab. «È impensabile che in via Padova bar e ristoranti siano chiusi a mezzanotte» ha aggiunto Zini.
È prevista oggi la manifestazione dei proprietari dellenoteca di via Padova 133, la «Ligera» per protestare contro la chiusura anticipata dei locali dopo gli scontri di febbraio nei quali morì un giovane ragazzo egiziano e venne messa a ferro e fuoco lintera strada. Per continuare il dialogo con il quartiere oggi pomeriggio il sindaco dovrebbe incontrare don Piero, parroco di san Giovanni Crisostomo.
«Noi apriamo solo alla sera - spiega Federico, il giovane gestore - e con limposizione di abbassare le serrande a mezzanotte il Comune ci costringe a gettare la spugna».
Non la pensa così il vicesindaco, che ricorda la natura sperimentale dellordinanza fino a luglio. «Non abbiamo cominciato e già criticano - si lamenta De Corato -, daltronde i commercianti si lamentano sempre. Cè comunque tempo per una serena valutazione della sua efficacia». Il vicesindaco e assessore alla sicurezza fa notar inoltre «sono stati i residenti a chiederci di risolvere una situazione diventata ormai insostenibile, con centinaia di extracomunitari fissi tutte le notti davanti a phone center e kebeb». Poi si rivolge direttamente a Zini, vicepresidente di Epam: «Io difendo gli interessi dei cittadini, Zini quelli dei ristoratori come lui».
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