Così si assistono i camminatori: arrivano i corsi per gli «ospitaleri»

Una settimana, un mese o più, anche anni, immersi nell'atmosfera dei pellegrini, all'interno di un frugale ostello o tra le mura di conventi medievali. È la vita degli «ospitaleri», parola che arriva in Italia dal cammino di Santiago, e che indica quelle persone dedite all'accoglienza dei viandanti, che si occupano di distribuire i letti e offrire un pasto ai camminatori in arrivo. A Roma vengono proposti periodicamente corsi per «ospitaleri», organizzati dal Capitolo Romano della Confraternita di San Jacopo di Compostela e dallo Spedale della Provvidenza di San Giacomo e San Benedetto Labre: 15 i nuovi formati questo aprile. Gli assistenti dei pellegrini possono sperimentare le loro attitudini nell'accoglienza al punto tappa finale, all'ostello di Roma, o consultando le sedi dove c'è più bisogno, lungo l'itinerario della via Francigena in particolare, la rete meglio organizzata d'Italia, soprattutto nel tratto Val d'Aosta-Roma. Ma c'è anche chi gestisce i pellegrini quasi a tempo pieno in forma volontaria, come la famiglia di Franco, che accoglie con amicizia, calore e spesso con una fumante ribollita toscana, i viandanti in arrivo da San Miniato e diretti a San Gimignano, nell'ostello Sigerico di Gambassi.

L'ostello è stato ricavato all'interno di un antico convento collegato alla pieve romanica di Santa Maria Assunta a Chianni, ai piedi di Gambassi Terme, in provincia di Firenze. Nel 2016 dall'ostello della via Francigena, che prende il nome dall'arcivescovo che l'ha tramandata a noi con il suo diario, erano transitati 5014 pellegrini, l'anno prima 3031.

EFo

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