Politica

"Così è stato fatto un passo verso l’esistenza artificiale"

Il biologo Angelo Vescovi: "E' una scoperta straordinaria quanto l’invenzione della plastica. È come se stessimo costruendo per la prima volta un’auto. Siamo partiti dal carburatore ma la strada è ancora lunga"

"Così è stato fatto un passo verso l’esistenza artificiale"

da Milano

«Si va verso una vita artificiale. Ma i tempi sono lunghi, anzi, lunghissimi». Angelo Vescovi, biologo di fama internazionale, frena sull’aspetto futurista della scoperta americana. Ma considera il lavoro di Venter un’innovazione tecnologica: «Nessuna nuova scoperta scientifica e nessun cambio di prospettiva, l’esperimento di Craig Venter rappresenta semplicemente un’evoluzione tecnica in più». Questa volta per Vescovi l’uomo non sta giocando con i confini della morale. Non è una sfida a Dio e la coscienza non è costretta a interrogarsi sul destino degli embrioni. Un solo consiglio: la scienza ha bisogno dell’etica: «Si può fare un’analogia con la fissione nucleare. È utile, ma può anche uccidere».
In America hanno creato il cromosoma artificiale di un batterio che contiene tutto il suo codice genetico. Che cosa significa esattamente, professore?
«In pratica, in laboratorio è stato costruita, pezzo per pezzo, una copia leggermente modificata del cromosoma dello stesso batterio».
Quindi non è un nuovo organismo?
«No, non hanno inventato una nuova vita, hanno ricostruito un organismo preesistente in natura, geneticamente modificato».
Dunque non si può considerare una nuova vita artificiale?
«No, assolutamente. Però il percorso comincia da questa scoperta. Sicuramente si va verso una vita artificiale».
Tempi?
«Lunghissimi. È come se si dovesse costruire, per la prima volta un’automobile. Oggi ho scoperto come costruire il carburatore. Adesso però devo arrivare a capire come costruire tutte le altre parti e assemblarle per fare in modo che l’auto funzioni nel suo insieme».
Tradotto in cromosomi?
«È stato posto un primo tassello, molto importante. Ma per andare oltre, per parlare di vita artificiale, servono una capacità scientifica, tecnologica e informatica che la specie umana attualmente non ha. Diciamo che Venter ha fatto un grosso passo in avanti. Di tipo tecnologico».
Non sta sminuendo la scoperta?
«La sua è un’innovazione tecnologica importante, non una scoperta epocale. Possiamo paragonarla alla sintesi della plastica. Oggi noi potremmo vivere senza plastica?».
Qualcuno dice che uno scienziato pazzo potrebbe usare questa tecnica per creare una bomba biologica. È possibile?
«È possibile. Del resto lo si può fare anche adesso, ma con questa tecnica la bomba sarebbe molto più efficiente. E finisco qui, non voglio fare allarmismi inutili».
Ci sono delle ricadute immediate di questa scoperta scientifica in campo medico?
«Certamente. Si potranno sviluppare cure oggi impensabili. Se costruisco un frammento di cromosoma sano di un uomo che soffre di una malattia genetica, si potrebbe, con la chirurgia genetica, sostituire il cromosoma malato con quello sano».
Tra quanto tempo si potrà passare alle applicazioni umane?
«Serviranno pochi anni».
In quali altri campi potrà essere sfruttata la scoperta?
«In moltissimi. Per esempio si potranno costruire altri batteri modificati che svolgeranno funzioni utili all’uomo in campo ambientale, oppure in campo energetico. Per esempio, si potranno creare batteri artificiali per produrre energia dalla luce solare con la stessa efficienza delle piante. Oppure penso ad un batterio con una vita limitata di tre o quattro giorni, in grado di distruggere la diossina che si è accumulata in un organismo malato».
Si può immaginare un uomo nuovo geneticamente modificato?
«Se la modificazione genetica viene fatta per essere inattaccabile dalla polio, io sono d’accordo.

Se si vuole fare per avere gli occhi azzurri, penso che sia una grossa stupidaggine».

Commenti