Cozza, l’ingegnere-filosofo che racconta l’amore

«Weekend - Dialoghi su etica e valori (con il linguaggio dell'amore)» di Michele Cozza è un libro di «riflessioni, sostanziate da un percorso di vita»; è dedicato alla figlia Sofia (nata quando suo padre per lavoro si trovava in Cina negli anni dell'epica Tienanmen) e alle persone, che l'autore ha scelto di «amare intensamente e illimitatamente». È stato pubblicato da red@zione (www.e-redazione.it) con direttore editoriale Mario Bottaro. Questi anche estensore della prefazione scrive dei due protagonisti, una coppia tanto immersa nel «dialogo» che passano la notte, lui a parlare per convincere, lei a tenergli testa: «Un Pigmalione-Higgins alla George Bernard Shaw che “fa lezione” alla propria Eliza Doolittle, ma sono la stessa persona che si sta guardando allo specchio». Da questa affermazione per chi non conosce di persona l'autore, nasce un interrogativo che, leggendo, si rafforza: «Eliza» esiste? Donna convinta della bontà del fare più che del parlare, ammira il partner ma conserva una sua essenza indecifrabile e, infine, proprio convinta non è.
Michele Cozza è ingegnere meccanico-nucleare, appassionato di politica e filosofia. Ha lavorato come project engineer e manager per centrali termoelettriche e impianti nucleari del Gruppo Ansaldo, poi al Comune di Genova da dirigente e direttore dello sviluppo economico e commercio; ora, dirigente Filsc, si occupa di sviluppo economico per conto della Regione Liguria. Questa in sintesi la sua vita, ma ciò che ci racconta di sé ha una motivazione: «la nostra memoria siamo noi» ed è da ridire perché «i figli possano decidere del proprio futuro, abbattere le barriere e lasciare recinti preconfezionati».
Il suo percorso inizia a Rogliano (radici ricordate con nostalgia), quindi ha necessità d'integrarsi, lui bambino d'accento calabrese, in una Genova coinvolta nella migrazione dal Sud. Di rincalzo la sua «Eliza» commenta: «La migrazione svuotò il Sud e sconvolse socialmente il Nord, trasformando l'Italia da società contadina in una delle nazioni più industrializzate del mondo». L'autore ricorda un po' di razzismo in quella Genova e una conferma viene dal calabrese Pepy Criaco, consigliere di Circoscrizione per Rifondazione, poi candidato per l'Idv, che rammenta i cartelli fuori dalle case verso Capolungo: «Non si affitta ai calabresi».
Per parte sua Cozza risolse il problema non lasciandosi intimidire. Ad un compagno del Giorgi che lo prendeva in giro, risponde: «Sono nato in Calabria e ne sono orgoglioso. Vivo a Genova da pochi anni ma la considero la mia città, anzi mi considero più genovese di te». Gli puntualizza con dialettica da futuro sindacalista (delegato per la Cgil): «Ti ritengo genovese quanto me perché in questa città, abbiamo l'opportunità, studiando, di costruire il nostro futuro...». Il colpo finale: «Io, calabrese, tifo Genoa, tu Inter».
Non gli è così facile mettere all'angolo la sua «Eliza». Lei non si lascia incantare neanche dall'elogio sul suo minestrone alla genovese con cui vorrebbe spiegarle la complessità del mondo. Lei pesta il basilico nel mortaio di marmo (lui usa il frullino), lei sceglie solo verdure di stagione e le varia con un «sapere e creatività che sono base della conoscenza». Se il minestrone ha una ricetta complicata, lei la esegue in modo complesso, che è di più. Lei lo rintuzza proponendogli un weekend «complicato»: da Varigotti (Riviera di Ponente, dove sono) andare alla baia del silenzio di Sestri (Riviera di Levante) per poi prendere a Rapallo il traghetto per San Fruttuoso, dove ascolteranno il concerto di Andy Gravish, profittando prima delle tappe del battello per sostare a S. Margherita e Portofino. Nel libro l'incanto delle nostre Riviere, con il valore aggiunto di offerte culturali di rilievo, e in questo senso si può anche definire promozionale del turismo.
Quando Cozza si affaccia su mondi diversi, come il cinese, (dove ha viaggiato per l'Ansaldo) ci offre riflessioni sulla storia recente. Era il momento di avvenimenti politici che portarono in Europa alla caduta del muro con la riunificazione della Germania ma anche il momento dell'espansione di microelettronica, automazione, informatica della III rivoluzione industriale; della riforma economica cinese con transizione all'economia di mercato. Ora la Cina si è complicata la vita per lo squilibrio economico tra aree costiere e interne, con la massiccia migrazione dalle campagne alle città, con il deterioramento dell'ambiente, con un rapporto squilibrato maschi/femmine causato dalla politica del figlio unico. E la Cina, terra di storia antica e complessa, è riuscita a diventare «complicata».


Attraverso l'esame di complessità, identità, responsabilità il libro ci ammonisce, nel precario mondo d'oggi (Occidente incluso), a non cedere a nessuno, mai, l'unica libertà possibile: «la scelta di decidere, per noi stessi, nel rispetto dell'altro».

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