Cronache

La cricca dell'ospedale Umberto I che spaccia cocaina in ambulanza

L'ambulanza dell'ospedale utilizzata per spacciare. Le vetture aziendali prese per andare al bar o al centro estetico. E i pieni di benzina alle auto personali messe sul conto del nosocomio

La cricca dell'ospedale Umberto I che spaccia cocaina in ambulanza

L'ambulanza dell'ospedale utilizzata per spacciare, le vetture aziendali prese per andare al bar o al centro estetico, i pieni di benzina alle auto personali messe sul conto del nosocomio e "furbetti del cartellino". È il desolante quadro che emerge da un'indagine che ha coinvolto alcuni dipendenti dell'autoparco del policlinico Umberto I di Roma. In tre sono finiti agli arresti domiciliari, quattro persone sono state sospese dall'esercizio del pubblico ufficio e sette indagate a piede libero, tra cui due gestori di carburante dove venivano effettuati i rifornimenti. Tra i reati ipotizzati per alcuni ci sono truffa e peculato.

L'indagine, durata più di due anni, è partita da un esposto anonimo inviato al commissariato San Lorenzo, diretto da Giovanna Petrocca, ed è stata condotta in collaborazione con gli agenti del commissariato Casilino anche attraverso una serie di appostamenti e pedinamenti. A settembre del 2014, in seguito ad alcune perquisizioni effettuate in diversi immobili di proprietà dei sospetti, gli investigatori hanno acquisito migliaia di documenti probatori che, dopo mesi di accertamenti, sono stati trasmessi alla magistratura. Coinvolto nell'operazione denominata "Baronia" anche il coordinatore dell'autoparco.

Tra gli arrestati un dipendente che avrebbe usato l'ambulanza dell'ospedale per spacciare cocaina. "Ti sbrighi a tornà", gli avrebbe detto una volta un collega in una telefonata intercettata dagli inquirenti. Un altro, invece, avrebbe fatto timbrare il cartellino a colleghi dal momento lavorava per una società privata di ambulanze durante le ore in cui risultava al policlinico.

Per gli investigatori alcuni indagati avrebbero, inoltre, pilotato assunzioni in cooperative che si erano aggiudicate bandi del nosocomio.

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