«Crimine orrendo», così fu graziato

Sade aveva una piccola casa in una zona appartata di Arcueil, nel bel mezzo di un grande giardino, sotto alberi dalle chiome folte. Era qui che spesso si dedicava alle proprie dissolutezze. La casa era silenziosa e nascosta, munita esternamente di doppie imposte, imbottite all’interno: tutto pronto per il crimine. Quella sera, era un giorno di Pasqua, il cameriere del marchese, suo compagno, amico e complice, aveva raccolto per strada e portato a casa due ignobili donne di piacere. Per parte sua, il marchese, recandosi ad Arcueil per la sua festa notturna, aveva incontrato una povera donna di nome Rose Kefer, vedova di Valentin, un garzone pasticcere. Questa donna stava rincasando, indugiando per l’itinerario meno breve, cercando forse un’avventura. E che avventura trovò! Il marchese la vide, l’abbordò, le parlò e le propose un pasto e un alloggio per la notte... Lei prese sotto braccio il marchese, salirono su una carrozza e arrivarono davanti a una porta bassa: Rose non sapeva dove si trovasse... ma che importava? Avrebbe guadagnato un pasto.
A un segnale convenuto, la porticina del giardino si aprì e si richiuse. Il marchese entrò in casa con la compagna. L’ambiente era silenzioso e illuminato fiocamente. Rose si allarmò. Il suo anfitrione la fece salire al secondo piano, dove vide una tavola apparecchiata e imbandita. A questa tavola erano sedute le due prostitute, con la testa coronata di fiori e già quasi sbronze. Ripresasi dalla prima tensione, Rose Keller andò a sedersi a tavola con le compagne; ma improvvisamente il marchese, aiutato dal cameriere, si gettò su questa poveretta, la imbavagliò per impedirle di gridare e nel contempo le strappò i vestiti di dosso. Rimase nuda, le furono legati piedi e mani, quindi con robusti scudisci di cuoio muniti di punte di ferro i due carnefici la frustarono a sangue e non si fermarono fin quando la donna non fu tutta una piaga; e a questo punto cominciò il meglio dell’orgia. Solo la mattina seguente, mentre i due carnefici dormivano completamente ebbri, la povera Keller riuscì a spezzare i lacci e a lanciarsi dalla finestra tutta nuda e sanguinante. Superato il cortile, piombò sulla strada e subito ci fu gran tumulto: la gente accorse, le guardie arrivarono, abbatterono le porte di quell’orribile casa, dove trovarono ancora il marchese, il suo domestico e le due donne distesi in modo scomposto in un lago di vino e sangue.
Dal comportamento del nostro autore potrete giudicare ora i suoi libri. Questa vicenda sollevò grande clamore, tutta la città ne fu colpita. Quell’epoca di vizio elegante e spirituale non comprendeva che i crimini raffinati, i duelli, i tradimenti, i rapimenti di ogni tipo, gli appuntamenti notturni, la storia di Faublas o di Casanova... e fu con gran fatica che la società del tempo credette a questo crimine così vile, inutile, crudele, un crimine perpetrato su una donna! Il processo al marchese de Sade fu dunque allestito in fretta e furia, ma sfortunatamente, per riguardo alla famiglia cui l’imputato apparteneva, la procedura fu bloccata per ordine del re. Il marchese fu trasferito a Lione nella prigione di Pierre-Encise, che ormai non è che una rovina, dove ancora tuttavia si parla del marchese assai più di quanto non si parli di De Thou o di Cinq-Mars.
Ma, incredibilmente, sei settimane dopo la carcerazione, la famiglia del marchese ottenne per lui delle richieste di grazia. In sostanza, in queste lettere vi era scritto che il delitto di cui il marchese si era reso colpevole era un tipo di reato non previsto dalle leggi e che nell’insieme palesava uno scenario così osceno e vergognoso che si rendeva opportuno cancellarlo persino dalla memoria. Non è dunque una buona ragione per scarcerare questa bestia selvaggia? Non appena libero, il marchese riprese le proprie dissolutezze e i suoi misfatti.

Nel 1772 si trovava a Marsiglia, e qui organizzò in una casa d’appuntamenti un’orgia tanto grande da non esser paragonabile ai più orribili baccanali: due prostitute vi morirono il giorno seguente. Il parlamento di Aix condannò quest’uomo e il suo valletto alla pena di morte... ma entrambi si salvarono a Chambéry, dove furono rinchiusi per sei mesi in una fortezza.

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