I concorsi di bellezza sono una faccenda dannatamente seria. Perlomeno così la pensano in America latina. Dimenticatevi i lustrini, i sorrisi di plastica e i desideri sulla «pace nel mondo». Come da sempre, uno scettro e una corona si conquistano a cannonate. Anche solo metaforiche. Come quelle che stanno volando da giorni tra le diplomazie di La Paz e Lima. Perù e Bolivia infatti hanno incrociato le sciabole in un aspro scontro per il vestito di una reginetta.
Di crisi internazionali tra Stati per questioni futili è piena la storia. Libri, canzoni, film, copertine di riviste, gag comiche o reality hanno spesso reso incandescenti le linee telefoniche. Ma che a scatenare i governi potesse essere un vestito da diavolessa di una reginetta di bellezza sembra eccessivo anche per i caratteri più latini. Eppure la decisione di Karen Schwarz, concorrente peruviana a Miss Universo, di indossare un abito ispirato a una tipica danza sudamericana nota come La Diablada ha fatto infuriare la Bolivia, dall'ultimo comune cittadino fino al presidente Evo Morales. Anzi proprio il presidente indigeno aymara si è lanciato a capofitto nella contesa. Morales vanta infatti una sconfinata passione per le danze folcloristiche e da adolescente suonava la tromba nelle bande musicali che animano il carnevale di Oruro, sua terra natale e presunta patria, per i boliviani, della danza contesa.
Le Bahamas rischiano quindi di diventare il campo di battaglia di un aspro scontro diplomatico tra i due litigiosi vicini sudamericani. A Nassau, capitale dell'arcipelago caraibico, mentre 84 bellezze internazionali si scontrano a colpi di sfilate, pettinature e bikini, il colorito abito abbellito con tanto di corna e fiamme sgargianti che la Schwarz accompagna con una mantella e un paio di stivaloni bianchi ha scatenato i due Paesi, da tempo ai ferri corti per diverse ragioni. La Paz rivendica da un po La Diablada come danza tradizionale del carnevale della città di Oruro, Patrimonio dell'umanità dell'Unesco dal 2001. «La Diablada forma in realtà parte del patrimonio culturale del Perù così come della Bolivia e del Cile», è la replica di Lima che ha ricordato come la danza fa parte dei festeggiamenti del carnevale di Puno, nel sud del Paese, «ed è infatti tipica degli altopiani dell'America del sud».
Ma l'incidente diplomatico non sembra intenzionato a rientrare. «Non possiamo proibire alla miss di indossare il vestito - ha detto Morales -. Che lo indossi pure, ma che riconosca la proprietà e l'origine della Diablada». Le parole di Morales non hanno aiutato a stemperare gli animi. Anche perché il presidente boliviano ha lanciato per domani la Giornata di rivendicazione della Diablada boliviana.
La miss peruviana però non desiste e ha affermato che indosserà lo stesso abito anche il giorno della finale, in programma domenica prossima.
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