Cronaca giudiziaria

Purgatori, è giallo. Ecco i primi risultati dell'autopsia: che cosa non torna

I primi risultati dell'autopsia condotta su Andrea Purgatori evidenziano la presenza di ischemie cerebrali: ulteriori indagini a settembre

"Ischemie cerebrali". Ecco i primi dettagli sulla morte di Andrea Purgatori

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Iniziano a emergere alcuni dettagli in più sulla morte di Andrea Purgatori, giornalista d'inchiesta molto noto in ambito televisivo. A seguito della sua scomparsa, i familiari hanno sporto denuncia per accertare le cause del decesso e dai primi risultati emersi dall'autopsia si fanno strada le prime ipotesi. "Quanto emerso finora dagli esami autoptici consolida le nostre tesi, ovvero che Purgatori sarebbe stato colpito da ischemie cerebrali", riferiscono i legali della famiglia del giornalista, come riporta l'Ansa. Il 6 settembre prossimo inoltre sono previste nuove perizie, ulteriore step degli accertamenti già avviati.

In una successiva nota, gli avvocati hanno specificato che "rispetto a quanto riportato, i legali della famiglia Purgatori fanno presente che solamente dopo il termine delle operazioni autoptiche sarà possibile confermare o smentire ogni ipotesi investigativa, comprese le ischemie". Quindi, si ribadisce che "le operazioni di autopsia riprenderanno il 6 settembre 2023". In questa prima fase, qundi, non sarebbero state riscontrate le metastasi inizialmente diagnosticate al giornalista, che hanno condotto i medici ad avviare una terapia radio ad altissimo dosaggio. Tuttavia, di certezze ancora non ce ne sono in tal senso e bisognerà aspettare alcune settimane per avere i primi esiti definitivi.

Comprensibile la linea della massima prudenza tenuta al momento dalla famiglia e dagli avvocati in attesa di chiarire con maggiore definizione cosa abbia portato alla morte Purgatori. Oltre ai dubbi emersi in prima istanza subito dopo il decesso, gli esami condotti sul corpo del giornalista sono stati orientati anche a escludera la possibile insorgenza di infezioni agli organi interni, tra le quali una pericardite settica che, come riferisce Repubblica, potrebbe aver aggravato il quadro clinico.

La clinica Pio XI, alla quale il giornalista si era rivolto in prima istanza, come riporta La Repubblica, ha precisato che il giornalista nella struttura "ha svolto solo accertamenti di diagnostica per immagini e una biopsia".

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