Cronaca giudiziaria

"Istigava all'Islam violento". La "leonessa dei balcani" ora esce dal carcere

La 20enne kosovara arrestata un anno fa a Milano e poi condannata andrà ai domiciliari in casa famiglia. Secondo il giudice non faceva parte dell'Isis ma istigava a parteciparvi

"Istigava all'Islam violento". La "leonessa dei balcani" ora esce dal carcere

La "Leonessa dei Balcani", come era stata ribattezzata, non starà più dietro le sbarre. Bleona Tafallari, la 20enne kosovara accusata un anno fa di essere una "fervente sostenitrice dell'Isis", è uscita dal carcere e ora si trova ai domiciliari in una casa famiglia per donne in condizioni di disagio nel Lazio. La donna era stata arrestata nel novembre 2021 a Milano per terrorismo internazionale, poi condannata a luglio in abbreviato a 3 anni e 4 mesi con la riqualificazione dell'accusa in istigazione a commettere reato. Ora, accogliendo l'istanza dei suoi difensori, il gup ha deciso che la giovane possa uscire di cella.

Dal carcere ai domiciliari

A esprimere parere positivo alla richiesta degli avvocati Giuseppina Bartolotta e Giuseppe De Carlo era stato nei giorni scorsi il giudice milanese Livio Cristofano, nonostante il parere negativo del pm Leonardo Lesti. Il gup, a quanto si apprende, ha stabilito che la ventenne - nel frattempo trasferita dal carcere di Vigevano (Pavia) a quello romano di Rebibbia - potrà lasciare il penitenziario non solo per via della riqualificazione del reato in uno meno grave, ma anche per la sua giovane età e perché è incensurata. Nel frattempo il pm, che in aula aveva chiesto una condanna a 5 anni di carcere per terrorismo internazionale, ha depositato il riscorso in appello contro la sentenza di primo grado. Anche i due legali hanno impugnato chiedendo una pena più mite.

Chi è la "Leonessa dei Balcani"

Nel corso di un blitz antiterrorismo del novembre 2021 la giovane era finita in manette per il presunto reato di associazione con finalità di terrorismo. La polizia aveva posto in attenzione anche una chat di WhatsApp tra l'indagata e una ragazza kosovara in via di radicalizzazione religiosa. Gli inquirenti all'epoca avevano ipotizzato che fosse in contatto con il capo di una cellula dell'Isis in Kosovo e che partecipasse all'organizzazione terroristica denominata "Leoni dei Balcani". "Grazie alla polizia di Stato e agli inquirenti per l'ottimo lavoro. In Italia spazio per fanatici ed estremisti islamici non ce n'è", aveva commentato all'epoca il leader della Lega Matteo Salvini a seguito dell'operazione condotta dalle forze dell'ordine.

Le motivazioni della sentenza

Per il giudice Cristofano tuttavia non c'è prova che Bleona Tafallari facesse parte dell'organizzazione i "Leoni dei Balcani", ritenuta una costola dell'Isis, ma la donna avrebbe mostrato "con una certa determinazione e decisione - aveva scritto nelle motivazioni - di voler aggregare attorno a sé soggetti, soprattutto giovani coetanee, per raggiungere scopi ed obiettivi coincidenti con le affermazioni dell'Islam violento". Ella, aveva ancora annotato il giudice, "istigava terzi ad organizzarsi per costituire un gruppo (quel che possiamo chiamare cellula) al fine di perseguire i medesimi scopi indicati dall'Isis e, in genere, da tutti gli organismi terroristici dell'eterogeneo mondo islamico". La ragazza, attraverso WhatApp, Snapchat, Instagram e soprattutto Telegram, avrebbe svolto - secondo quanto si legge - "una incessante attività propagandistica dell'ideologia e dello stile di vita delle organizzazioni terroristiche (...

) esaltando lo Stato Islamico in tutte le sue componenti e aspramente criticando l'atteggiamento dei governi e della civiltà occidentali".

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