Cronaca giudiziaria

La questura gli revoca il permesso di soggiorno, ma il Tar dà ragione allo straniero

Un tunisino con alle spalle tre condanne per spaccio aveva fatto ricorso contro la revoca del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo, disposto nel 2020 dalla questura di Bologna nei suoi confronti. E nelle scorse ore, il Tar gli ha dato ragione

La questura gli revoca il permesso di soggiorno, ma il Tar dà ragione allo straniero

La questura gli aveva revocato due anni fa il permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo, a causa delle tre condanne definitive a suo carico. Il diretto interessato, ovvero un uomo originario della Tunisia, aveva però fatto ricorso al Tar. E alla lunga, il giudice gli ha dato ragione: dovrà essere valutato per lui il rilascio di un altro documento che ne consenta la permanenza sul territorio italiano, anche di differente tipologia rispetto a quello revocatogli. Una vicenda che arriva da Bologna, con il verdetto del Tribunale amministrativo regionale dell'Emilia Romagna che nelle scorse ore ha chiuso una storia apertasi un biennio fa.

Non era stato considerato socialmente pericoloso

In base a quanto riportato dai media locali, la questura di Bologna revocò il permesso di soggiorno al magrebino sul finire del 2020 in quanto questi aveva riportato tre condanne per reati in materia di droga, per le quali era stata stabilita una pena complessiva di sette anni, tre mesi e tre giorni di reclusione (in aggiunta a 14mila euro di multa). L'extracomunitario aveva però deciso di ricorrere contro il provvedimento, poichè aveva di fatto già scontato per intero la pena in un carcere di Alghero, in Sardegna. Alla base del ricorso ci sono due considerazioni: la prima è che sarebbe mancata, da parte del questore, la valutazione della pericolosità sociale del ricorrente, che non si può desumere soltanto dalle condanne penali e che è stata esclusa dal magistrato di Sorveglianza. La seconda è che sarebbe violato anche l'articolo 6 della Convenzione Edu, non consentendo al ricorrente di partecipare al procedimento pendente innanzi al Tribunale di Sorveglianza in riferimento all'espulsione conseguente alla condanna penale più grave.

La questura bolognese aveva poi sostenuto l'infondatezza della richiesta alla luce della pericolosità sociale dello straniero in questione, alla luce dei precedenti penali. Nel frattempo però, nè il Tribunale di Sorveglianza di Bologna nè il giudice di pace di Sassari lo hanno ritenuto socialmente pericoloso con un'ordinanza dello scorso 30 maggio. E venendo a mancare quest'ultimo aspetto, la normativa italiana lasciava in soldoni poche alternative, anche perchè non risulterebbe esser stato disposto alcun decreto di espulsione nei suoi confronti. Il Testo unico sull'immigrazione prevede inoltre che agli stranieri a cui è stato revocato il permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo, se non gravati da procedimenti di espulsione, deve di norma essere rilasciato un permesso di soggiorno per altro tipo.

E tenendo conto del quadro generale, il Tar ha accolto le istanze del nordafricano.

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