Obbligo vaccinale, Cts in pressing: "Variante esplosiva, se non ora quando?"

L’immunologo ha asserito che probabilmente l’aumento dei contagi in Italia è dovuto proprio alla nuova variante

Obbligo vaccinale, Cts in pressing: "Variante esplosiva, se non ora quando?"

Non sembra avere dubbi l’immunologo Sergio Abrignani, componente del Comitato tecnico scientifico, che in collegamento con la trasmissione Agorà di Rai3 ha asserito: "La variante Omicron è esplosiva. Se non mettiamo l'obbligo vaccinale ora, quando? È probabile che l'aumento di contagi in Italia sia già dovuto alla nuova variante. Sappiamo che avremo picchi di infezioni notevoli".

Abrignani: "Cosa stiamo aspettando?"

Abrignani ha quindi lanciato l’allarme aggiungendo subito dopo: "Mi chiedo: se non consideriamo l'obbligo vaccinale per una malattia così devastante e pandemica, cosa dobbiamo aspettare? Se non mettiamo l'obbligo vaccinale in questo caso, quando dobbiamo metterlo?". Secondo il membro del Cts ci sarebbe poi la reale possibilità che l’aumento dei contagi nel nostro Paese possa essere dovuto proprio alla diffusione della variante. L’esperto ha infatti sottolineato: “È probabile che l'aumento di contagi sia già dovuto alla variante Omicron. Non penso possa essere la variante Delta a fare tutto questo. Credo che dai prossimi rilievi si vedrà una presenza significativa di Omicron".

E pensare che il professor Roberto Battiston aveva appena finito di dire che l’innalzamento del numero di positivi non era quasi sicuramente riconducibile alla variante Omicron. E anche il professore si era basato sui dati che arrivano oltremanica.

I dati di Regno Unito e Francia

Abrignani ha poi fatto il punto della situazione che viene registrata oltre i nostri confini, riferendosi in particolare ai nostri cugini francesi. "In Gran Bretagna hanno previsto anche 200mila infezioni al giorno, sono quasi arrivati a 100mila. In Francia c'è una progressione e probabilmente sanno che arriveranno a 100mila casi. Noi siamo indietro di 10-15 giorni, non penso che l'Italia rimarrà fuori da tutto questo. I numeri contano: con la variante Delta avevamo 5mila infezioni al giorno e 150 polmoniti, di cui una ventina finivano in terapia intensiva. Con questa abbiamo 50mila infezioni al giorno e 750 polmoniti, un centinaio di persone in terapia intensiva: questo fa scattare l'allarme" ha aggiunto Abrignani.

Un raggio di lieve ottimismo è sembrato però darlo quando ha parlato delle forme severe del virus che ci potremmo aspettare, basandosi sempre su altri Paesi come il Regno Unito, dove la situazione in questo momento è ben peggiore rispetto alla nostra. "Sappiamo che avremo picchi di infezioni notevoli, avremo un carico sui ricoveri ospedalieri ma da quello che vediamo in Gran Bretagna non dovremmo avere un picco di infezioni severe. È una variante molto più diffusiva. Quando parte, parte. in Inghilterra, vediamo un numero impressionante di casi: avverrà anche da noi".

La differenza tra Delta e Omicron

Abrignani ha poi precisato che anche gli adolescenti dovranno fare la terza dose al più presto. Ma si sa, questo non è sorprendente, visto che nel mondo dei vaccini, ha assicurato l’immunologo, tre dosi sono la regola. Come sottolineato dall’esperto, la malattia provocata dalla variante Omicron "sembra comparabile a quella della Delta, la differenza è che siamo vaccinati.

Omicron trova una popolazione ampiamente vaccinata: con due dosi la protezione dall'infezione scende al 30-40% ma quella dalla malattia grave rimane molto alta. La terza dose è in grado di riportare la protezione dall'infezione a livelli più alti".

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