Agguato nella notte a Napoli, ucciso giovane incensurato. Cardinal Sepe: "Basta Sangue"

Secondo la pista più accreditata, il 26enne avrebbe pestato i piedi ai signori della droga

Agguato nella notte a Napoli, ucciso giovane incensurato. Cardinal Sepe: "Basta Sangue"

Ancora sangue sulle strade di Napoli. Ieri sera in via Bleriot, alla periferia nord della città, è stato ucciso un giovane incensurato, Andrea Saraiello, 26 anni di Secondigliano. Viaggiava a bordo del suo scooter quando è stato raggiunto da diversi colpi di pistola.

I carabinieri del comando provinciale di Napoli indagano a trecentosessanta gradi. Ma, di ora in ora, prende piede l'ipotesi di una esecuzione camorristica in piena regola, secondo cui ad ucciderlo sarebbero stati i sicari di un clan al quale il 26enne avrebbe pestato i piedi.

Sul profilo Facebook del ragazzo, intestato ad un certo Andrea Thomas, ma in cui compaiono le foto della vittima, compare lo status "Io me la sento. E voi?", accompagnato da un selfie scattato mentre impugna una pistola dorata che si punta alla tempia.

A volere la sua morte, consumata nel quartiere di San Pietro a Patierno, non lontano dall'aeroporto di Capodichino, sarebbero stati - secondo quanto riportato dal Mattino di Napoli - i signori della droga che detengono il monopolio nell'area nord della città. Ma le indagini sono in corso anche per verificare altre voci che mettono l'esecuzione in relazione a fatti che sarebbero maturati in tutt'altra zona.

Tutte ipotesi, per il momento: le indagini proseguono senza sosta.

Dopo l'ennesimo delitto, è intervenuto il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe che, nel corso dell'omelia del miracolo di San Gennaro, ha lanciato un messaggio forte e chiaro: "Basta sangue per le nostre strade". "A Napoli è tuttora presente la più crudele di tutte le seti, ossia la sete del necessario, che è sete di conoscenza e di senso, ma anche mancanza di quell'acqua indispensabile per bagnare i campi vitali che una città dovrebbe offrire ai suoi abitanti", ha denunciato il cardinale. "È così – ha proseguito - che la sete del necessario porta taluni a cercare fonti avvelenate come la violenza e la turpe offerta di un reddito facile".

"Lasete del necessario - ha detto ancora l'arcivescovo nel corso della sua omelia - è una sete maligna che arriva a contrabbandare per normali alcuni comportamenti diffusi e deprecabili come quello dell'indifferenza, dell'egoismo e della intolleranza o come quello che porta ad affidarsi al potente di turno e al padrino di quartiere, mettendo nelle loro mani sporche perfino i propri legittimi diritti".

Ma questa, ha ammonito Sepe, "è una strada buia, dolorosa, senza uscita e senza orizzonti, che finisce con il procurare la morte nel cuore anche spesso una tragica fine per chi decide di imboccarla. Contro questo pericolo sempre presente ci adopereremo con tutte le forze", ha concluso.

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