Anche il Papa è diventato Glam

C’è voluta la seduzione di Jude Law - in un Anno Santo mediaticamente scintillante per il vero Papa, un Francesco protagonista di biografie, biopic e fiction tv - per far assurgere la figura del pontefice all’empireo del glamour

Anche il Papa è diventato Glam

Ci sono stati Papi amatissimi, magnetici, intellettualmente affascinanti, anche carismatici. Ma c’è voluta la seduzione di Jude Law - in un Anno Santo mediaticamente scintillante per il vero Papa, un Francesco protagonista di biografie, biopic e fiction tv - per far assurgere la figura del pontefice all’empireo del glamour. Oro, nonsenso e Cherry Diet Coke. Saranno i colti nonsense del regista Paolo Sorrentino, sarà la ricchezza faraonica della produzione, sarà la seduzione teologica di un successore di Pietro giovanissimo, sarà il sex appeal televisivo di The Young Pope, rimane il fatto che Lenny Belardo - alias Jude Law, cioè l’unico Papa così rivoluzionario da essere interpretato da un attore che porta Giuda come nome di battesimo - è stato davvero, lui sì, il «Papa della gente». Dall’applauditissima anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia lo scorso settembre alla vendita in 110 Paesi del mondo, dal successo assoluto dei dieci episodi passati in autunno su Sky all’attesa già di culto negli Stati Uniti (dove sarà trasmessa a gennaio), la serie The Young Pope ha sdoganato lo charme dentro il Vaticano e conquistato i fedeli della Bellezza, mondana o spirituale che sia. Processioni, cardinali, suore, cariatidi ecclesiastiche, Guardie svizzere, Segretari di Stato, confessionali, croci pettorali, udienze, sete rosse e damasco bianco: mai le «sacre cose» di Chiesa sono state così tanto chic. La Tradizione così radical. La Santa Sede così cool. Moooolto cool, cinico, sfuggente, elegante, impeccabile, narciso, fisicato, ambiguo, sontuoso.

Jude Law - abito talare e sorriso beffardo - ha conquistato tutti, un po’ come ha fatto (davvero) l’umile Papa Francesco: atei, credenti, tradizionalisti, progressiti, laici e cattolici di ferro. È il personaggio dell’Anno. Santo. Per tante ragioni, ma - a pensarci bene, come canterebbe Nada - Senza un vero perché. Si chiamano miracoli.

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