Coronavirus

Un anno fa l'ultimo giorno normale

Il 20 febbraio 2020 parlavamo di weekend, di autostrade, di Brexit, dell'Atalanta. Il 21 tutto finisce con la notizia del "paziente 1" di Codogno...

Un anno fa l'ultimo giorno normale

Era un giovedì, quel 20 febbraio 2020. Circa 7 gradi su gran parte d’Italia, i giorni della merla sono ormai alle spalle. Nel fine settimana precedente, tra il 15 e il 16 febbraio, avevamo assistito alla giornata di campionato di serie A con il pubblico sugli spalti (sarebbe stata l’ultima, ma non potevamo mai immaginarlo): ventiquattresimo turno, la Juventus batte in casa il Brescia 2 a 0, a Roma l’Inter perde 2 a 1 contro la Lazio, stesso punteggio per la sorprendente Atalanta che batte in casa la Roma. Proprio la Dea di mister Gasperini il 19 febbraio a San Siro batte 4 a 1 il Valencia nell’andata degli ottavi di Champions League; sugli spalti ci sono 36mila tifosi arrivati a Milano da Bergamo (teniamo a mente questa circostanza). Il venerdì 14 febbraio abbiamo portato (o ci siamo fatti portare) fuori dal nostro partner per San Valentino: una cena, una gita fuori porta o un percorso benessere. Dodici giorni prima, l’8 febbraio, la settantesima edizione del Festival della canzone italiana di Sanremo ha incoronato il brano “Fai rumore” di Diodato. Ma ancora non si sono spente le discussioni sul clamoroso litigio sul palco in diretta televisiva tra i cantanti Morgan e Bugo, i costumi in scena di Achille Lauro e il sensuale twerking di Elettra Lamborghini. In politica tiene banco lo scontro tra il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il leader di Italia Viva Matteo Renzi: uno dei terreni di sfida è il ministro della giustizia Alfonso Bonafede, nel mirino dei renziani che lavorano ai fianchi l’esecutivo del quale pure fanno parte.

Si discute anche della revoca ai Benetton della concessione della rete autostradale italiana. Il fratello di Rosaria Costa, vedova di Vito Schifani agente di scorta del giudice Giovanni Falcone con lui perito nella strage di Capaci del 1992, è stato arrestato per mafia e si rifiuta di collaborare con la giustizia. L’attore Daniel Craig fa ancora discutere per il suo addio, dopo 5 film, al personaggio di 007 James Bond; nel successivo aprile c’è attesa per l’arrivo nelle sale cinematografiche di “No time to die”, 25esimo episodio della saga del celebre agente segreto di Sua Maestà, con alcune scene mozzafiato girate tra i Sassi di Matera. Da Londra il ministro dell’interno, la giovane Priti Patel (il governo è guidato dal premier conservatore Boris Johnson) annuncia una riforma in perfetto stile Brexit: dal 2021 entrerà nel Regno Unito solo chi conosce bene la lingua inglese, chi ha ricevuto offerte di lavoro da 25mila sterline l’anno in su, chi ha titoli di studio specifici, chi può lavorare in settori in cui è richiesta manodopera. A prescindere dal Paese di provenienza dell’aspirante immigrato, Ue o extra-Ue. La sera del 20 febbraio i telespettatori delle reti generaliste possono scegliere tra varie opzioni: su Rai 1 va in onda “Don Matteo” con Terence Hill, su Rete 4 il talk show di Paolo Del Debbio “Dritto&Rovescio”, su La7 quello di Corrado Formigli “Piazzapulita”, su Italia 1 “Le Iene”, su Rai 2 lo show dell’attore Filippo Timi “Skianto”. Fa parlare di sé l’attore Luca Zingaretti lancia la sfida: firma la regia di due nuovi episodi del Commissario Montalbano, che andranno in onda su Rai 1 il 9 e il 16 marzo: “Salvo amato, Livia mia” e “La rete di protezione”. Sono i primi passi del commissario di Vigàta dopo la morte del suo creatore, lo scrittore Andrea Camilleri il 17 luglio 2019 e dello storico regista degli episodi televisivi Alberto Sironi il 5 agosto 2019.

Il Movimento delle Sardine, nato in occasione delle elezioni regionali in Emilia- Romagna del 26 gennaio 2020, registra i primi problemi. Il 19 febbraio il leader Mattia Santori viene contestato in piazza a Napoli da alcuni attivisti. Per la prima volta in Italia sono stati denunciati 223 clienti pirata delle emittenti televisive a pagamento. Sono stati “pizzicati” dalla Guardia di Finanza che ha smantellato una vera e propria rete con la quale i palinsesti tra gli altri di Dazn, Sky e Mediaset Premium venivano spacchettati per essere ricodificati a disposizione dei sottoscrittori di abbonamenti illeciti. Il 18 febbraio a Genova è stato issato il diciottesimo e ultimo pilastro del nuovo ponte sul Polcevera, un progetto di Renzo Piano per sostituire il vecchio Ponte Morandi crollato il 14 agosto 2018 (43 morti). “La Stampa” ospita nelle pagine interne un reportage da Prato, in Toscana, sede di una delle più grandi comunità cinesi in Europa (24mila abitanti censiti). Moltissimi appartenenti a questa comunità sono da alcuni giorni in isolamento domiciliare volontario a causa di un misterioso virus che è partito dal pet market di Wuhan in Cina, secondo le informazioni trasmesse all’Organizzazione mondiale della sanità dalle autorità cinesi l’11 gennaio 2020. Se ne sa poco, lo chiamano “il virus cinese”, un qualcosa che sta a 8.500 chilometri di distanza dall’Italia e quindi non ci riguarda. I quotidiani di venerdì 21 febbraio in prevalenza danno conto di un gravissimo fatto di sangue in Germania. Ad Hanau, cittadina alle porte di Francoforte, Tobias Rathjen, 43 anni, estremista di destra, apre il fuoco sparando all’impazzata in due sisha-bar, locali dove si fuma il narghilè generalmente frequentati dai turchi: 9 morti e 4 feriti. Poi il terrorista torna a casa sua, uccide la madre e si suicida. Anche in Italia divampano le polemiche politiche sul razzismo e sulla xenofobia (teniamole a mente). Il “Corriere della Sera” a pagina 13 ha una notizia con un piccolo richiamo in prima pagina: “Positivo al test del coronavirus: primo contagio in Lombardia”. Cosa è successo? Lo ripetiamo, è venerdì 21 febbraio, c’è il sole e ci stiamo preparando a un tranquillo weekend, magari in una seconda casa in campagna o in montagna. Ma la mattinata viene sconvolta dalla rapida propagazione di una notizia. All’ospedale civile di Codogno, in provincia di Lodi, è ricoverato in gravi condizioni Mattia Maestri, 38 anni. L’anestesista Annalisa Malara s’insospettisce per la violenta polmonite che da alcuni giorni affligge quel paziente giovane, senza precedenti clinici e abituato a un’intensa attività sportiva, corre e gioca a calcio. Alle 12e30 di giovedì 20 l’anestesista sottopone (al di fuori di ogni protocollo sanitario vigente) quel paziente a tampone molecolare, lo invia ai laboratori dell’ospedale Sacco di Milano e alle 20e30 arriva il responso: Mattia Maestri è positivo, il coronavirus è arrivato in Italia e in Europa. Il giorno dopo Codogno si svuota, diventa un paese fantasma: non c’è nessuno nella piazza davanti alla chiesa di San Biagio e della Beata Vergine, nessuno al mercato coperto, nessuno sotto i portici, si ferma anche lo storico stabilimento di biscotti locali, Cornali, vietata ogni manifestazione per il Carnevale. Ma l’allarme è in tutto il lodigiano, il nemico invisibile spaventa, non se ne sa nulla. Le televisioni rivoluzionano i palinsesti, Codogno viene presa d’assalto dalle troupe e dai giornalisti, l’ospedale viene chiuso per precauzione. Non bastasse, la tarda sera di quel 21 febbraio arriva dal Veneto la notizia della prima vittima italiana da coronavirus, così si chiama questa inquietante malattia: Adriano Trevisan, 78 anni, di Vo’ è deceduto all’ospedale di Schiavonea (Padova). Ricordate la partita di Champions Atalanta-Valencia del 19 febbraio 2020 a Milano? Un sondaggio del programma tv Report, di Bergamonews e di InTwig ha stabilito che su 36mila tifosi bergamaschi presenti quella sera sugli spalti di San Siro, ben 2.700 risulteranno positivi al coronavirus e 8.200 avvertiranno sintomi anomali fino a 15 giorni dopo la partita. Bergamo e la Val Seriana diventeranno purtroppo una delle zone europee più martoriate dall’epidemia: l’ISTAT e l’Istituto superiore di sanità certificheranno che solo nel periodo dal 20 febbraio al 31 marzo 2020 a Bergamo e provincia (si calcoli che tra la città capoluogo e il bacino del Serio vivono quasi 260mila persone) il coronavirus ha ucciso 6.238 persone, con una mortalità cresciuta del 568% rispetto allo stesso periodo del 2019. Nembro, Albino, Alzano, Villa di Serio, Torre Boldone diventeranno nomi tristemente noti all’opinione pubblica, assieme alle polemiche sulla mancata istituzione di una “zona rossa” come nel lodigiano e sulla mancata chiusura tempestiva dell’ospedale “Pesenti Fenaroli” di Alzano. Ricordate l’infiammato scontro sul razzismo in Italia in seguito alla strage xenofoba in Germania del 19 febbraio? Si trattava della coda polemica di un dibattito che aveva avvelenato da una ventina di giorni il clima politico italiano e, soprattutto, aveva contribuito a far tenere la guardia bassa alle Istituzioni rispetto ai rischi di contagio del “virus cinese”. Infatti anziché chiudere le frontiere e controllare tutte le persone in arrivo dalla Cina, si preferì mettere l’accento sull’antirazzismo.

Diversi politici (tra cui la sindaca di Roma Virginia Raggi, quella di Torino Chiara Appendino e il ministro dell’economia Roberto Gualtieri) si fecero fotografare felici e contenti in alcuni ristoranti cinesi e persino il Capo dello Stato Sergio Mattarella accondiscese a questo clima visitando a sorpresa il 6 febbraio 2020 la scuola “Daniele Manin” di Roma nel cuore della “chinatown” capitolina, all’Esquilino. L’allarme non era costituito perciò da una probabile diffusione del coronavirus e dai mezzi della sanità italiana per fronteggiarlo, ma dalla xenofobia anti-cinese di alcuni presidenti di Regione che chiedevano maggiori controlli. Si ricordi che il 29 gennaio 2020 una coppia di turisti cinesi, marito e moglie, giunti in Italia dalla provincia di Wuhan era stata portata all’Istituto per le malattie infettive Spallanzani di Roma dopo che il marito si era sentito male in un albergo della Capitale perché affetto da coronavirus. Comunque, dalla mattinata di quel venerdì 21 febbraio 2020 non parleremo più di Renzi e della maggioranza di governo, di weekend fuori porta, di aperitivi, di Sanremo, di James Bond, di concerti in pubblico e di partite allo stadio. Le metropoli si svuotano, i turisti spariscono, le saracinesche si abbassano, le sirene delle ambulanze squarciano i giorni e le notti, gli amici e i conoscenti si allontanano a distanza siderale, niente più baci abbracci carezze, mascherina su bocca e naso, igienizzante come se piovesse, addirittura di lì a qualche giorno resteremo tutti chiusi in casa per un allucinante isolamento dal 9 marzo al 3 maggio 2020. Prenderemo confidenza con un vocabolario fino ad allora sconosciuto ai più: distanziamento, terapia intensiva, intubazione, polmonite interstiziale, asintomaticità, pandemia, dispositivi di protezione, quarantena. Da quell’incubo a occhi aperti non siamo ancora usciti.

Nel frattempo è passato un anno.

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