Economia

Caro gasolio, i pescatori italiani disperati: "E algerini e tunisini..."

La marineria di Mazara del Vallo: "Con rincari di gasolio ed energia rischiamo di scomparire"

Caro gasolio, i pescatori italiani disperati: "E algerini e tunisini..."

"Con il rincaro del gasolio la marineria di Mazara del Vallo rischia di scomparire". Lo ha detto il segretario regionale della Uila pesca, Tommaso Macaddino. L'aumento dei costi del carburante nel settore della pesca ha di fatto eliminato i pescatori italiani dal Mediterraneo. Il caro del gasolio è passato da 50 centesimi al litro, ad 1.10 euro, ma ciò che lamentano gli stessi pescatori è che i 'colleghi' algerini e tunisini sono più competivi e possono andare a pescare anche nelle acque internazionali. In Tunisia e Algeria il gasolio costa un quarto del valore a cui viene acquistato qui in Italia. Si va dai 20 ai 25 centesimi al litro. "La conseguenza sarà il fallimento delle imprese di pesca e la perdita di migliaia di posti di lavoro", conclude Maccadino.

La protesta dei pescatori di Mazara del Vallo

Il caro gasolio e gli alti costi legati al personale e alla manutenzione ha portato al blocco delle barche italiane. La situazione più allarmante è a Mazara del Vallo dove da giorni i pescatori sono in protesta per cercare di accendere un faro sulla situazione attuale. "La situazione è diventata drammatica perché dopo la pandemia ci si è messo il caro gasolio - racconta un pescatore -. Un pieno di gasolio per la barca a noi costa 2000 euro al giorno. A queste cifre non possiamo andare al largo, non siamo competitivi. Siamo fermi, dopo tre mesi volevamo andare in mare, avevamo delle scorte di carburante ma adesso non abbiamo dove andare perché non riusciamo davvero a far fronte a tutte le spese".

I conti in tasca

Duemila euro al giorno per fare un pieno di gasolio in barca con ricavi che vanno dai 2500 ai 3000 euro. Le spese, considerando il costo del personale e la manutenzione delle barche, porta ad un ricavo minimo di appena 200 euro al giorno. La strada più rapida è quella del taglio delle accise, che è nell'immediata disponibilità del governo ed è finanziabile con l'extragettito Iva di circa 15 centesimi al litro.

Welfare e risorse per uscire da crisi

Dotare la pesca di ammortizzatori sociali strutturali, prevedere risorse economiche per un fermo volontario per le imprese nella morsa del caro gasolio, costrette all'inattività. E ancora, rivedere in un'ottica di maggiore flessibilità, il sistema degli aiuti de minimis. È quanto chiede l'Alleanza delle Cooperative pesca in una lettera inviata al Mipaaf, affinché sostenga anche in Europa le istanze dei pescatori. "Anche se i pescatori stanno tornando in mare perché non possono più permettersi di non lavorare - afferma l'Alleanza - non viene meno il disagio. Come nel pieno della pandemia, molti pescatori stanno optando per la riduzione delle giornate di lavoro, così da contenere i costi. Una soluzione per sopravvivere, ma occorre fare di più". "Anche se i pescatori stanno tornado in mare perché non possono più permettersi di non lavorare - afferma l'Alleanza - non viene meno il disagio. Come nel pieno della pandemia, molti pescatori stanno optando per la riduzione delle giornate di lavoro, così da contenere i costi. Una soluzione per sopravvivere, ma occorre fare di più". E la cooperazione punta il dito sull'aspetto speculativo visto che "Il costo del gasolio al barile è più basso di quello del 2008 ma al fruitore finale costa molto di più". A preoccupare e anche un approccio europeo troppo sbilanciato sul futuro. "Purtroppo si ragiona solo sul lungo periodo, sul trovare nuove fonti rinnovabili per alimentare i pescherecci.

Va bene sperimentare motori ad idrocarburi o all'olio di colza, ma bisogna mettere a punto soluzione anche per affrontare ora il quotidiano", conclude l'Alleanza.

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