La Cei a gamba tesa sul voto

Nel mirino del cardinal Bassetti la campagna elettorale: "Immorale lanciare promesse a vuoto". Sui migranti: "Non chiudere"

La Cei a gamba tesa sul voto

Il presidente della Cei, il Cardinal Bassetti, parla del prossimo appuntamento elelttorale del 4 marzo e a sorpresa commenta anche alcuni passaggi di questa campagna per il voto che si appresta ad entrare nel vivo: "La campagna elettorale sta rendendo serrato il dibattito, ma non si può comunque scordare quanto rimanga immorale lanciare promesse che già si sa di non riuscire a mantenere. Altrettanto immorale è speculare sulle paure della gente: al riguardo, bisogna essere coscienti che quando si soffia sul fuoco le scintille possono volare lontano e infiammare la casa comune, la casa di tutti". Dopo aver raccomandato sobrietà, di fatto Bassetti spiega di cosa ha bisogno il Paese: "Per il futuro del Paese e dell'intera sua popolazione, da Nord a Sud, occorre mettere da parte le vecchie pastoie ideologiche del Novecento e abitare questo tempo con occhi sapienti e nuovi propositi di ricostruzione del tessuto sociale ed economico dell'Italia. In questa grande opera, è auspicabile l'impegno di tutte le persone di buona volontà, chiamate a superare le pur giustificate differenze ideologiche, per raggiungere una reale collaborazione nel servizio del bene comune".

A questo punto Bassetti torna su un tema caro alla Cei, quello dell'accoglienza dei migranti: "​Non è chiudendo che si migliora la situazione del Paese". E ancora: "Avere dubbi e timori sull'accoglienza non è peccato, tuttavia il peccato è lasciare che queste paure determino le nostre risposte". Infine Bassetti parla anche del caso scoppiato per le parole di Fontana sulla "razza": "Ci ricorda, in particolare quest’anno, una pagina buia della storia del nostro Paese: le leggi razziali del 1938. In quell’occasione - ha ricordato Bassetti in un clima di pavida indifferenza collettiva, Pio XI ebbe il coraggio di affermare che l’antisemitismo è inammissibilè e poi aggiunse: ’Noi siamo spiritualmente semiti'. Oggi, in un contesto estremamente differente, noi possiamo far nostre, senza esitazioni, le parole di Paolo VI nella Populorum progressio.

Di fronte all’ostacolo del razzismo che impediva di edificare 'un mondo più giusto e più strutturato secondo una solidarietà universale'". Insomma la Cei passa in rassegna tutta la campagna elettorale che finora è stata giocata dai partiti che si contendono la vittoria del 4 marzo. Gesto inusuale che ha il sapore di un intervento a gamba tesa sul voto.

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