L'hanno subito ribattezzata «Adolfina» e «die Fuhrerin» (il fuhrer femmina). Ai suoi comizi gli oppositori innalzano cartelli con slogan come «Votare AfD fa così 1933!», riferendosi all'anno della presa del potere di Hitler. AfD sta per «Alternative fur Deutschland» ed è la spina nel fianco destro della Merkel. Leader di AfD è Frauke Petry, una bruna di 41 anni, chimica di professione, quattro figli, imprenditrice, proveniente come Angela Merkel dalla Germania dell'Est. Ha fondato il movimento quando la Merkel ha deciso di spalancare le frontiere a tutti gli immigrati, salvo rimangiarsi tanta generosità dopo le aggressioni di Colonia.
Lo scrittore americano Thomas Meaney ha passato con lei molti mesi e ha pubblicato sul New Yorker un dettagliato reportage, da cui però non si vede alcun germe o gene neonazista. Semmai, l'impulso reattivo ad una invasione fuori controllo, che da noi sarebbe etichettato come populismo, ma che in Germania viene direttamente associato al nazismo. Il marchio infame è stato applicato all'AfD e i danni prima o poi seguiranno.
In Germania, racconta Meaney, è visto malissimo chi espone la bandiera nazionale come in America e in Europa, perché qualsiasi espressione patriottica è subito marchiata come nazista. Agitare a vanvera lo spettro della svastica gridando al lupo ci sembra il vero rischio sia per la Germania che per un'Europa già in preda a una crisi di nervi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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