Un climatizzatore portatile scatenò l'incendio che bruciò Fiumicino

Un video rivela come il rogo fu originato da un condizionatore difettosto. Ed è bufera sui servizi di sicurezza

Un climatizzatore portatile scatenò l'incendio che bruciò Fiumicino

Sarebbe stato un condizionatore portatile ad innescare l'incendio che due giorni fa ha distrutto in poche ore quasi per intero il Terminal 3 dell'aeroporto romano di Fiumicino.

A sostenerlo è l'agenzia di stampa Omiroma, che in un video pubblicato sul proprio sito dimostra come nella notte tra mercoledì e giovedì un condizionatore portatile collocato da alcuni operai in un locale tecnico si sarebbe surriscaldato, dando origine al gigantesco rogo che nelle ore successive ha divorato metà dello scalo aeroportuale.

Le telecamere a circuito chiuso sistemate all'interno dell'hub documentano come già alle 23.59 lo stanzino fosse invaso dal fumo. Di lì, le fiamme si sarebbero poi propagate nel bar attiguo, dove una cameriera ha dato l'allarme. Purtroppo, però, ormai era troppo tardi per evitare il peggio.

Nonostante per il momento non risultino persone iscritte nel registro degli indagati, non si può fare a meno di chiedersi come sia possibile che il primo aeroporto d'Italia venga bloccato per giorni interi a causa di un condizionatore difettoso? Come (non) hanno funzionato i sistemi anti-incendio?

Secondo Repubblica, fonti investigative rivelano che i due operai sarebbero intervenuti proprio per la segnalazione di una temperatura troppo elevata rilevata dalla sonda di un quadro elettrico. Il condizionatore sarebbe entrato in funzione proprio per diminuire il calore.

Aeroporti di Roma, però, smentisce questa versione: non c'è stato nessun sos per

surriscaldamento. Solo, sostiene Adr, gli operai si sarebbero trovati sul posto per riparare un climatizzatore portatile.

Nello scalo romano, intanto, la situazione sta tornando lentamente alla normalità.

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