Colpo di fulmine sul bus: a 90 anni sboccia l'amore

Colpo di fulmine sul bus: a 90 anni sboccia l'amore

C upido colpisce sul bus 46. La freccia scoccata attraverso il XII arrondissement è finita sull'affollato circuito tra Gare du Nord e Château de Vincennes, riaccendendo le ragioni del cuore di un certo Jean-Pierre Meston. Un uomo solo, provato dalla vita, a cui è stata offerta una seconda occasione. In barba all'età anagrafica, l'arzillo 86enne ha scatenato la storia più romantica che Parigi abbia ricordato d'estate, tanto da finire sui social come inno al colpo di fulmine, in una maratona per trovare la «bella» coetanea che ha incrociato il suo sguardo sull'autobus.

«Alta, magra, vestito bianco con fiori blu». Hanno parlato qualche minuto, scoprono alcune affinità ma lui non ha avuto il coraggio di seguirla per approfondire. Era andata come doveva andare, almeno all'inizio: Jean-Pierre sale a bordo di corsa, la porta si chiude. È in affanno e una ragazza gli lascia cortesemente il posto. Si ritrova seduto di fronte a un viso disteso. Una «Signora», con la S maiuscola. Gli sguardi si incrociano, ma poco dopo lui scende. Da quel momento, l'86enne ha una sola idea in mente: trovarla. Convinto di avere tradito il destino con quella sua indecisione nello spingersi oltre, seguirla alla fermata successiva.

Nella città delle luci e dell'amore, l'arzillo innamorato prende carta e penna e descrive il suo incontro speciale: «Ha 86 anni come me, è nata il 6 aprile 1933 e io il 6 maggio 1933, le ho detto che sembrava più giovane di dieci anni». Le lusinghe, come a un primo approccio interessato eppure tanto naturale. Poi la vita, che ha colpito entrambi. «Le ho detto che avevo avuto un cancro, mi ha risposto anche lei». Con tutti questi dettagli, spera, «mi riconoscerà».

Anche il municipio XII di Parigi ha rilanciato la sua lettera su Twitter, ma di lei non c'è traccia. Il rampante Romeo ammette il rimpianto insopportabile per non essere rimasto a bordo più a lungo: «Ho perso la mia occasione perché invece di scendere a Faidherbe-Chaligny per prendere il mio bus 86, sarei dovuto andare fino a Reuilly-Diderot, per conoscerla meglio e magari scambiarci i numeri di telefono, sono un idiota perché sono caduto sotto l'incantesimo di questa bella Signora».

Imbambolato, per sua stessa ammissione. Come un adolescente alla prima cotta. Forse per questo è scattata subito una maratona di solidarietà, specie tra i giovanissimi, per aiutare Jean-Pierre a ritrovare la sua bella. Twitter, Facebook nel gruppo residenti nel XII e perfino Le Parisien, che ha raccolto la voce del pensionato. La sua calligrafia invidiabile, d'altri tempi, fa ripiombare Parigi nel sogno di innamorarsi nel più casuale dei modi. Nel caos di una corsa sul bus. La lettera fotocopiata in 25 esemplari è ancora lì. Ne ha affisse diverse sulle pensiline della linea, a Parmentier-République. Sia nell'una che nell'altra direzione. Jean-Pierre va a controllare ogni giorno che il vento o gli spazzini non l'abbiano portata via: non conoscendo né il nome né l'indirizzo di questa donna che «abita nei pressi di Reuilly Diderot», una fermata dopo la sua, spera nel destino due volte. O nella magia dei social network.

La storia con la sua dama non è finita ancor prima d'iniziare, se oltre allo «charme», descritto appassionatamente nella lettera, la Signora ha anche un cuore. Jean-Pierre, pensionato, vive da solo da quando ha perso la moglie tre anni fa e non si rassegna: «Mi sono innamorato di nuovo, colpo di fulmine». Gli appelli rimbalzano on line. Non tutto è perduto.

Ma da martedì, giorno dell'incontro, la «bella signora con gli occhi chiari» non si è ancora fatta viva.

«Capelli lisci, a caschetto», l'ultimo indizio utile per cercarla sul 46: «Tutti hanno diritto a trovare l'amore», il coro on line che quasi unanime spera in un lieto fine.

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