Coronavirus, Filippo Facci viola la quarantena: "La mia giornata di libertà"

Il giornalista contro le regole anticoronavirus e il premier Conte: "Sono in montagna. Non mi faccio togliere i diritti civili da questo governo"

Coronavirus, Filippo Facci viola la quarantena: "La mia giornata di libertà"

"Io da martedì uscirò liberamente e sfacciatamente per le strade del mio Paese, e lo farò in spregio a un governo indegno e cialtrone che si illude di poter giocare a tempo indeterminato con le mie libertà individuali e con il mio diritto di parola e di espressione". Inizia così l'editoriale di Filippo Facci pubblicato sul quotidiano Libero nella domenica di Pasqua. In aperta ribellione contro le regole anticoronavirus, che impediscono di uscire se non per motivi di lavoro o di salute e limitano le passeggiate all'aria aperta, Facci ha spiegato di sentirsi preso in giro dalle decisioni del governo Conte.

E così il tanto atteso martedì è arrivato e il giornalista è stato raggiunto dall'AdnKronos. "Sto fuori casa - ha raccontato -: da buon 'alpino' sto in montagna, sul Resegone. Sono appena arrivato su, non in cima naturalmente ma più in basso, dopo un paio d'ore di camminata; e ora mi preparo a ridiscendere, senza aver incontrato nessuno, neanche la famosa 'capretta' del mio articolo di domenica; e dunque senza aver contagiato nessuno né essere stato contagiato da alcuno, rispettando responsabilmente la vita mia e quella degli altri, che nessuna passeggiata in montagna, al parco o al mare potrà mai mettere a repentaglio". Facci si è scagliato ancora contro il governo che, a suo dire, gioca con la libertà dei cittadini. "La mia libertà individuale - ha continuato -, beh quella sì che è messa a repentaglio dalle continue marce in avanti e indietro di questo governo".

Il giornalista ha quindi raccontato la sua fuga dalla città. "Ho preso la tangenziale, direzione Lecco, fino ai piani d'Erna, sotto il Resegone, attorno agli 800 metri d'altitudine e a piedi sarò arrivato in un paio d'ore fin verso i 1.300-1.400 metri. Il tutto, senza Gps e senza la minima intenzione di chiamare il Soccorso Alpino in caso di difficoltà: me la caverò da solo, come sempre. Ma se non mi faccio mettere l'app di localizzazione dal Cai, figuriamoci se me la faccio mettere dal premier Conte". Lo aveva già annunciato nel suo editoriale: "Non mi farò mettere app sul telefono che equivalgono al braccialetto dei carcerati o alla dittatura cinese". Poi ha aggiunto: "Non mi faccio togliere i diritti civili da questo Governo, obbedisco solo alla Regione Lombardia, sto diventando secessionista".

Prima di partire per la montagna, Facci ha spiegato di essere "andato a prendere con la macchina la mia colf per portarla al mio appartamento e poi alla fine riportarla a casa sua, per evitarle di prendere i mezzi pubblici che lei giustamente ritiene pericolosi; a trovare il mio figlio più piccolo; a fare la spesa al supermercato con annessa inevitabile fila; a scambiare due chiacchiere con il mio portiere, che non vedevo da diverso tempo perché ha appena terminato il periodo di quarantena dopo essere stato contagiato dal coronavirus". Il tutto senza "nessun controllo.

Anzi, dirò di più: in giro c'erano molte più persone del solito, c'era quasi traffico rispetto alle strade deserte dei giorni passati. Sembrava quasi che avessero letto tutti il mio articolo di domenica e avessero deciso di attuare la mia stessa forma di protesta, ma questa è solo una battuta, ovviamente".

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