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Coronavirus, Santelli: “Calabria non è in grado di reggere il contagio”

L'appello della governatrice ai suoi concittadini residenti in Lombardia e nelle zone rosse: “Fermatevi, è una follia”. Predisposto il piano di emergenza. “Ma abbiamo limiti insuperabili”

Coronavirus, Santelli: “Calabria non è in grado di reggere il contagio”

“Abbiamo predisposto il piano di emergenza, ma siamo consapevoli dei nostri limiti”. La governatrice Jole Santelli, eletta poco più di un mese fa, si ritrova a dovere gestire una grave emergenza e ieri ha lanciato un appello ai fuori sede che volevano raggiungere la Calabria dopo il decreto del governo che ha 'chiuso' la Lombardia e altre 14 province: “È una follia, fermatevi! L'esodo incontrollato porterà all''aumento esponenziale del contagio anche da noi”.

La presidente forzista, che ha emanato un'ordinanza per contenere i contagi e avviato un censimento sugli arrivi dal Nord, in un'intervista a La Stampa, spiega meglio la particolare situazione sanitaria della Calabria.

“Dobbiamo considerare – spiega – che già il primo decreto sulla zona rossa aveva determinato l'arrivo in Calabria di molte persone provenienti da lì. E in effetti le persone sottoposte a tampone con risultati positivi avevano tutti collegamenti con quelle zone. Il decreto di sabato, che non ha previsto contromisure per le regioni del Sud, ha dato il via a un esodo di massa. Il timore di una diffusione massiva del contagio anche nelle nostre regioni è una possibilità realistica”.

Secondo la presidente, è necessario “controllare treni e pullman di lunga percorrenza” e che il governo “impegni prefetti e forze dell'ordine nei controlli. Occorrono sanzioni per chi non rispetta le prescrizioni. Ci sono materie che attengono alla potestà dello Stato che deve esercitarla”.

In caso contrario, il rischio, molto concreto, è che il sistema regionale collassi. La sanità calabrese, spiega Santelli a La Stampa, “è sottoposta da anni a piano di rientro, a commissariamento ed infine c' è stato il decreto Calabria. La 'cura' ha debilitato fortemente il paziente 'sanità calabrese'. Sono stati chiusi ospedali, effettuati tagli molto pesanti, non sono state autorizzate assunzioni di personale. Risultato: abbiamo una sanità che già boccheggia per offrire un servizio sufficiente. Fronteggiare un'emergenza che ha portato al collasso una sanità modello come quella lombarda fa venire decisamente i brividi. Abbiamo predisposto il piano di emergenza, ma siamo consapevoli dei nostri limiti”.

Il tempo a disposizione per agire è davvero poco, ma Santelli prova a tracciare la rotta: “Abbiamo necessità di ulteriori 50 posti letto in Terapia intensiva e 140 posti tra Malattie infettive e Pneuomologia. Affinché possiamo riuscirci c'è bisogno di attrezzature e di personale medico e paramedico”.

Quanto al reclutamento di nuovo personale medico e sanitario, la governatrice calabrese usa il realismo: “Migliaia mi sembra una richiesta non praticabile, ma abbiamo necessità assoluta di assunzioni. Abbiamo fatto le nostre richieste al ministero, che ha varato un decreto apposito in materia di personale sanitario.

È una lotta contro il tempo, ma se ciascuno svolgerà il proprio compito istituzionale, ce la possiamo fare”.

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