È la settimana decisiva. E, mentre le polemiche infiammano i palazzi della politica, c’è chi chiede una cabina di regia per affrontare la guerra al coronavirus. La scadenza del 13 aprile prevista dalla protezione civile, potrebbe non essere una data ballerina come le altre. Il 14, il giorno dopo Pasquetta, il governo non esclude la riapertura. Un piccolo passo avanti che sarà graduale. Potrebbero riaprire i battenti le aziende che si occupano di polimeccanica, settore vitale per la filiera agroalimentare. Se si rompe un trattore è fondamentale che ci sia un’officina specializzata in grado di ripararlo. Lo scrive la Repubblica.
Significa che da martedì 14 l’esecutivo si prepara anche al rilancio della produzione agricola. La Coldiretti sta facendo pressioni sul governo per riavviare il lavoro. Immagina corridoi verdi con la Romania per importare manodopera. Altrimenti i raccolti vanno buttati e la grande distribuzione si rivolgerà all’estero. Il 13 è poi il giorno in cui si capirà se e come il virus ha aggredito il Sud. Uno spartiacque. Intanto i dati economici sono allarmanti. Ma senza l’ok degli scienziati, il premier Giuseppe Conte e compagni hanno le mani legate.
L’istruzione invece ha già deciso: fino a maggio scuole e università restano chiusi. Così come bar e ristoranti. Matteo Renzi da giorni ha indicato il dopo Pasqua come il momento per ripartire, mentre per il commissario straordinario all’emergenza, Domenico Arcuri, bisogna astenersi dal pensare che sia già arrivato il momento di tornare alla normalità. Sempre la prossima settimana, a Palazzo Chigi, ci si dedicherà al tema delle riaperture. Il Pd insiste: vuole una cabina di regia da insediare immediatamente. Non importa se il M5s frena o Conte hanno qualche dubbio. L’assetto del "gabinetto di guerra" dovrebbe essere questo, a giudizio dei dem: esecutivo, associazioni di categoria, imprese, sindacati, partiti dell’opposizione, rappresentanza di governatori, rappresentanza di sindaci. "Dobbiamo cercare di condividere tutti ogni scelta", avverte Dario Franceschini.
Il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, vede ancora troppa confusione nella maggioranza: "Prima viene la salute: 700 morti al giorno è come avere un terremoto quotidiano. Ma ci vuole un piano di riapertura a macchia di leopardo, basato sui dati epidemiologici regionali. E con la garanzia di sicurezza dei lavoratori. Temo però ci siano opinioni diverse tra Pd e grillini". Fissare una data certa per la riapertura potrebbe aiutare tutti, cittadini e imprese.
Chi vive al fronte, in Lombardia, come Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, spiega: "Un ulteriore mese di chiusura delle attività produttive può avere esiti pesantissimi. Al tempo stesso non si può pensare di riaprire attività che non garantiscano la più assoluta sicurezza ai lavoratori".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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