Così la sinistra ambientalista fa la guerra alla Nutella

Ora le associazioni ambientaliste di sinistra contestano le modalità di coltivazione delle nocciole. "No" al piano della Ferrero, ma il mercato vorrebbe più monoculture

Così la sinistra ambientalista fa la guerra alla Nutella

L'ideologia ecologista, quella di sinistra, sembra aver individuato il prossimo obiettivo: osteggiare la produzione estensiva di nocciole.

Nel Belpaese, in questi giorni, si parlerà anche di ambiente, ambientalismo e tematiche correlate. L'arrivo di Greta Thunberg, che sarà ricevuta persino da papa Francesco in Vaticano, consentirà di approfondire alcune sfaccettature di un'ideologia che sta prendendo il largo, specie tra le giovani generazioni, in Occidente. La dialettica presentata è sempre uguale a se stessa: c'è la cosiddetta "sostenitibilità ambientale", ma ci sono pure le esigenze pragmatiche di una nazione che non può rinunciare a produrre e che non può derogare al suo primato in questo settore specifico. Si può far notare sin da subito, infatti, come a essere presa di mira da certa sinistra, questa volta, è la monocoltura delle nocciole.

A raccontare nei dettagli l'origine e le declinazioni della nuova battaglia dei progressisti green è stato il quotidano La Verità. A capitanare la critica alle odierne modalità di produzione è un leader ambientalista, Famiano Crucinelli. Sulle cronache è possibile leggere di un incontro organizzato circa una settimana fa a Viterbo. Ce n'è stato un altro a Orvieto. La tesi sostenuta è semplice: "La monocoltura delle nocciole va fermata – ha detto Crucianelli , come si legge su Tuscia Web -, ed è fondamentale trovare una via di discussione e dialogo con chi è coinvolto altrimenti la frattura sociale è inevitabile. Tutti dobbiamo essere consapevoli della gravità della situazione". Queste argomentazioni, però, potrebbero avere un impatto sull'economia italiana. Sì perché la vicenda, in qualche modo, rileva pure per la Ferrero, quindi per la Nutella. La contrarietà di Crucianelli e del resto delle associazioni e degli attivisti sembra avere una connotazione soprattutto territoriale: per via dell'innalzamento della domanda di mercato, l'azienda multinazionale stia per predisporre 20mila nuovi ettari destinati alla coltivazione di nocciole. La Tuscia è il palcoscenico indivudato. Ma gli ambientalisti non ci stanno e si dicono pronti a battagliare.

A uno di questi incontri ha preso parte la scrittrice Susanna Tamaro. C'è, insomma, la volontà di condividere le istanze con la società civile e con dei testimonial di spessore.

L'ambiente - dicono in sintesi gli ambientalisti - è minacciato dall'incremento delle coltivazioni di nocciole per l'utilizzo dei pesticidi, che aumenterebbe di pari passo. Abbiamo già parlato di come Ferrero voglia strutturare l'incremento produttivo. La sinistra sembra aver trovato un rinnovato terreno di scontro ideologico.

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