La Procura di Cassino contesta a Pietropaolo il tentativo di omicidio aggravato dalla premeditazione. L’aggressore, che aveva fatto uso di droghe, nel corso dell’interrogatorio è apparso non lucido e fortemente stressato. E ha spiegato che l’incidente stradale di Formia, in seguito al quale è stato arrestato dai carabinieri, non è avvenuto per caso o per l’agitazione. A rivelare il retroscena è il Corriere del Mezzogiorno che riporta le parole dell'uomo: "Quando ho capito che cosa avevo fatto, mi sono imbottito di psicofarmaci e ho cercato di ammazzarmi. È giusto che io paghi per il dolore che ho fatto provare a Carla".
E ancora: "Quella bambina non la sentivo mia". Una volta tornati gli atti a Napoli, la difesa potrebbe chiedere una perizia psichiatrica. A Napoli il fascicolo è dei pm Raffaello Falcone e Clelia Mancuso, con il coordinamento dell’aggiunto Luigi Frunzio. Ieri gli inquirenti hanno disposto esami tossicologici per accertare se fosse effettivamente sotto l’effetto di psicofarmaci o di droghe. La dinamica dell’orribile agguato è stata chiarita in ogni dettaglio anche grazie alla testimonianza di Gennaro Tassieri, l’uomo ha cercato di difendere Carla dalla furia del l’ex compagno e che poi, con la pompa, le ha versato addosso acqua spegnendo le fiamme. "Ho visto che lui la riempiva di pugni. Sono intervenuto per cercare di salvarla e l’ho spinto verso un muro. Carla mi ringraziava: “Ci hai salvati”, mi diceva, riferendosi al fatto che aspettava un figlio. Poi però lui è andato a prendere una bottiglia dalla macchina, dall’odore ho capito che era alcol. Ho cercato di prenderla ma non ci sono riuscito e poi ho visto lei tra le fiamme". Rispondendo alle domande del sostituto Roberto Bulgarini e assistito dall’avvocato Gennaro Razzino, Pietropaolo ha reso piena confessione.
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