Coronavirus

Dai test sierologici alle app: così l'Italia dà la caccia al coronavirus

Test per cercare gli anticorpi e app per tracciare i contatti: tutti i mezzi dell'Italia contro una nuova ondata di Covid-19

Dai test sierologici alle app: così l'Italia dà la caccia al coronavirus

La fase due inizierà il 4 maggio. Lo stesso giorno verranno messe in atto alcune misure necessarie per tenere sotto controllo i contagi. E, per dare la caccia al coronavirus, il governo avrà a disposizione diversi mezzi, dai test sierologici all'app di tracciamento dati.

I test sierologici

"Dal 4 maggio potremo iniziare l'indagine a campione sui primi 150mila cittadini". Ad annunciarlo due giorni fa era stato il commissario straordinario per l'emergenza, Domenico Arcuri, parlando dell'inizio dell'uso dei test sierologici, che permettono di sapere se una persona ha contratto il Covid-19. A fornire i kit per effettuare i primi 150mila test sarà la Abbott, che ha risposto al bando indetto lo scorso 17 aprile. I test cercheranno gli anticorpi prodotti dall'organismo in risposta al coronavirus: si tratta delle Immunoglobuline M (IgM), che si manifestano nella prima fase dell'infezione e scompaiono velocemente, e le Immunoglobuline G (IgG), prodotte dopo 14 giorni e con una vita più lunga. Se il risultato darà una prevalanze di IgG, significa che il soggetto potrebbe aver contratto il Covid-19, ma essere già guarito. L'affidabilità dei test raggiunge il 95%, ma non dà certezze sulla durata della protezione degli anticorpi. Il soggetto positivo agli anticorpi, quindi, non riceverà alcuna "patente di immunità", ma potrà aiutare i ricercatori a capire il livello di diffusione del virus in Italia.

L'app per tracciare i contatti

Per dare la caccia al Covid-19 è previsto anche l'utilizzo di un app di tracciamento contatti. Dieci giorni fa, il governo aveva scelto la "più idonea per la sua capacità di contribuire tempestivamente all'azione di contrasto del virus". Si chiama Immuni e, ha assicurato Domenico Arcuri, "rispetterà tutte le norme sulla privacy nazionali ed europee". In futuro, "arriverà ad essere strumento costruito intorno al diario sanitario di chi la userà, sarà non solo alert ma anche per le politiche sanitarie da remoto.

I contagiati e i loro contatti stretti potranno colloquiare col sistema sanitario nazionale da remoto senza appesantirne gli oneri".

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