Cronache

"Derisi dai colleghi no vax": l'ira delle forze di polizia

Poliziotti e funzionari dell'ordine costretti a lavorare anche per i colleghi no vax dai quali sono derisi per essersi sottoposti all'obbligo vaccinale: ecco cosa sta accadendo

"Derisi dai colleghi no vax": la protesta delle forze di polizia

Costretti a lavorare di più con turni massacranti per colpa dei colleghi no vax e presi anche in giro: è il paradosso che stanno vivendo alcuni operatori di polizia e delle forze armate vaccinati con tre dosi che devono sostituire chi è sprovvisto di green pass.

"Ci chiamano pecore..."

Tutto questo accade a poco di più di mese dall'obbligo vaccinale per l'intera categoria: intervistato dal Messaggero un sindacalista esprime tutta la sua frustazione e ira per la situazione che la maggior parte di loro sta vivendo per colpa di una minoranza che, come è evidente, condiziona la bontà del lavoro e operato dei colleghi. "Le sospensioni annunciate non sono arrivate. E anzi, ci ritroviamo anche a essere derisi dai colleghi no vax che ci chiamano pecore, ci prendono in giro per esserci vaccinati", denuncia. Per evitare multe e problemi con lo stipendio, in molti si sono messi in malattia o hanno motivato l'assenza lavorativa con l'aiuto al parente disabile. "E il più delle volte quando andiamo a consegnargli la pratica per la sospensione non si fanno trovare e inventano mille ragioni. La conseguenza è che entriamo a lavorare la mattina alle sette e usciamo la sera alle venti. Quanto può durare così?", sottolinea il sindacalista di categoria.

I problemi causati dai no vax

Il riflesso negativo dei non vaccinati sulla circolazione del virus e le ospedalizzazioni più o meno gravi che viviamo ogni giorno, si dimostra anche sul mondo del lavoro: seppur si tratti di un 2-3%, la mancanza di una percentuale così piccola influisce negativamente sul sistema delle turnazioni creando enormi problemi. Secondo i numeri ufficiali, sono circa 5mila i poliziotti italiani non vaccinati mentre altri due-tremila si sono vaccinati da poco o hanno prenotato il vaccino dopo l'entrata in vigore dell'obbligo e per questo motivo ancora sprovvisti di certificato verde. La situazione che vive Roma, ad esempio, è al limite: anche solo l'assenza di 150 operatori no vax rende complicata la vita ai colleghi che devono coprire anche i loro turni, spesso e volentieri costretti a raddoppiarli o fare gli straordinari.

È ovvio, quindi, che la scelta di una minoranza di non vaccinarsi abbia ricadute sui colleghi in servizio che devono coprire, "oltre alle carenze già esistenti, anche le assenze di chi, in questo momento, si avvale del diritto dell'aspettativa. Dal canto mio, sento di dire che l'organico è carente, in particolar modo nella Capitale, ancora prima che subentrasse l'obbligo vaccinale. Noi lo abbiamo sempre fatto presente e adesso, con i colleghi impegnati in servizi di controllo del Green pass, la problematica si manifesta in tutta la sua gravità", afferma al Messaggero Fabio Conestà, segretario generale del Mosap (Movimento sindacale autonomo di polizia).

Monta la protesta paradossale

A lamentarsi dovrebbero essere i vaccinati ma paradossalmente un movimento di estrema destra chiamato Les (Libertà e sicurezza), sindacato della Polizia di Stato, nella persona del poliziotto Virgilio Rampon che si è fatto promotore dell'iniziativa, sta chiamando a raccolta i colleghi no vax per protestare contro le sospensioni dal servizio lavorativo.

Il corteo, che non si preannuncia pacifico, è previsto per il prossimo mese di marzo.

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